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Confindustria Sardegna interviene in merito alla vicenda relativa agli avvisi di pagamento inviati in questi giorni dal Consorzio industriale alle imprese insediate nell’area industriale di Tortolì sostenendo che “lasciano basiti ed esterrefatti”.
Il comunicato recita: “La richiesta fatta agli imprenditori di contribuire alle spese per la manutenzione delle strade e delle aree verdi, della segnaletica, dell’illuminazione e altri oneri per servizi indivisibili, è inaccettabile. Per le imprese è un’altra stangata. In alcuni casi, la quota richiesta per singola azienda – calcolata in base alla superficie utile coperta – arriva fino a 20mila euro all’anno e oltre”.
“È gravissimo, e ci sembra assolutamente scorretto, che oggi dopo anni di inadempienze e di mancate manutenzioni, un Consorzio che versa in una difficilissima situazione finanziaria decida di scaricare sulle spalle delle imprese dell’area industriale costi per servizi e attività che il Consorzio non ha mai fatto”.
“Tutto ciò per tre ragioni. Primo, non si capisce per quali servizi le imprese già strangolate da costi esorbitanti (si vedano per esempio i costi per l’acqua) debbano pagare. Perché le aziende, che da anni operano in condizioni di assoluto degrado pur pagando la Tares prima e la Tasi oggi, debbano contribuire per interventi di manutenzione che non sono mai stati fatti in passato”.
“Secondo, il Consorzio industriale è beneficiario di ingenti risorse finanziarie per la realizzazione di infrastrutture nel sito industriale, risorse bloccate da moltissimi anni, e che non sono mai state spese nonostante i continui impegni e promesse. I fondi sono destinati in particolare al porto (11,5 milioni di euro) e alle strade e alla viabilità interna dell’area industriale (3,1 milioni di euro), cui si aggiungono altri 3 milioni per il polo nautico”.
E infine: “In questa vicenda c’è l’ombra di una doppia tassazione. Il Consorzio industriale sta chiedendo infatti alle imprese oneri per servizi che dal 2012, in base al nuovo sistema di fiscalità locale, le aziende pagano già attraverso la Tasi, la tassa per i servizi indivisibili versata al Comune”.
“Queste lettere - spiega Confindustria - arrivano in un momento già difficilissimo per le aziende dell’area industriale in cui perdura da anni una situazione ai limiti del sostenibile, per gli imprenditori che operano da tempo – nonostante le continue denunce da parte della nostra Associazione – in un sito privo delle condizioni minime per fare impresa: senza illuminazione, con strade fatiscenti prive di manutenzione, con voragini e buche che spesso si allagano, tutto ciò in una situazione di generale degrado e di abbandono”.
“Occorre un intervento chiaro e deciso da parte della Regione su tutta la situazione dell’area industriale e un atto di responsabilità da parte degli Enti consorziati (Comune e Provincia) per salvaguardare le imprese dell’area industriale. La situazione così com’è non è più tollerabile: occorre superare l’impasse finanziario in cui versa il Consorzio industriale e renderlo operativo, in grado di spendere le risorse per realizzare gli interventi. O in alternativa prendere le decisioni del caso, perché questa situazione di incertezza non può protrarsi oltre”.