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Sono due le lettere inviate dalla Sardegna al segretario del Pd Maurizio Martina per sciogliere il nodo dei conflitti intestini fra correnti che hanno fatto saltare l'elezione del segretario regionale al posto del dimissionario Giuseppe Luigi Cucca.
A quella di Laura Pulga, la presidente dell'assemblea regionale del partito, che ha chiesto il commissariamento del Pd sardo dopo la bagarre di lunedi scorso ad Abbasanta (Oristano) in cui si è sfiorato lo scontro fisico fra l'eurodeputato Renato Soru e gli ex parlamentari Silvio Lai e Siro Marrocu, si e' aggiunta la lettera di 90 componenti dell'assemblea: "Niente commissario", affermano. "Con un garante nazionale, l'assemblea puo' eleggere democraticamente un segretario anche venerdi”. Le eventuali candidature possono essere presentate entro domani alle 20.
La contrapposizione piu' forte è fra l'area riconducibile a Soru, ex segretario ed ex presidente della Regione, e quella legata all'ex parlamentare Antonello Cabras (oggi alla guida della Fondazione di Sardegna) e all'ex sottosegretario alla Salute Paolo Fadda. Lunedi scorso l'elezione del nuovo segretario - il nome su cui la maggioranza sembrava convergere era quello dell'ex deputato Emanuele Cani - e' saltata per mancanza del numero legale, accertato dalla presidente Pulga.
"La presidente ha deciso di chiudere l'assemblea alle 17.25, nonostante la presenza di 70 componenti che costituiscono il numero legale, peraltro da registrarsi al termine del voto al seggio e non previamente", sostengono i 90 componenti che hanno chiesto a Martina di inviare un garante nazionale e procedere la voto del segretario questa settimana.
"Si denuncia poi che la decisione repentina e preordinata dalla presidente, in contrasto col regolamento, sia stata assunta senza consultare l'ufficio di presidenza. I presenti hanno, però, deciso di proseguire l'assemblea e di istituire il seggio per la votazione venerdi 13 luglio".
"La presidente", aggiungono i 90, convinti che Pulga non aveva il potere di sciogliere o chiudere l'assemblea in presenza di dissenso dell'ufficio di presidenza, "non è più considerata figura di garanzia per il comportamento assunto". "Non conosce le regole basilari del diritto o in malafede", la attacca il vicepresidente Dino Pusceddu, secondo il quale lunedi c'era il numero legale.
"Solo un voto dell'assemblea regionale e la mancata elezione del segretario può portare allo scioglimento degli organismi dirigenti eletti". "Il Pd sardo è stato esposto sui media a una nuova brutta rappresentazione", conclude Pusceddu. "La minoranza politica interna guidata da Renato Soru ha costruito un'indecorosa gazzarra per portare il Pd della Sardegna a essere commissariato. Sarebbe la terza volta nella sua storia e sempre con lo stesso protagonista delle altre due, e anche questa volta sarebbe un danno per tutta la sinistra, non solo sarda".