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Uno dei primi provvedimenti intrapresi dal Dpcm è la chiusura delle scuole. Gli studenti sono a casa da quasi venti giorni e per non restare indietro con il programma gli insegnanti attraverso la tecnologia, internet, whatsapp e videochiamate di gruppo, messaggi vocali e video tutorial cercano di andare avanti con le lezioni e i compiti da svolgere.
Ci sono centri però dove tutto questo è quasi impossibile. A Gairo ad esempio sfruttare la tecnologia è complicato a causa della scarsa connessione. Sergio Lorrai, assessore alla Cultura e all’Edilizia scolastica denuncia che “In questi giorni di grande difficoltà viene difficile capacitarsi che non si riesca a garantire in modo adeguato il diritto allo studio ai ragazzi del paese ed in particolare a quelli della frazione di Gairo Taquisara”. Secondo l’amministratore “Risulta quasi impossibile avere una connessione internet, anche senza fili, con qualsiasi operatore.
Per essere corretti l'unico operatore telefonico che garantisce una minima copertura telefonica voce/dati è la Vodafone, il cui segnale, debole, permette solamente - in alcune parti della Frazione - di scambiare due parole”.
In questi giorni di emergenza in cui la connessione è indispensabile per gli studenti ma anche per le persone che lavorano da casa avere una connessione. Per questo motivo l’amministrazione comunale è intervenuta per “potenziare la rete wireless comunale, ma questo non è sufficiente. Cercheremo di intervenire ulteriormente ma è inconcepibile una situazione del genere, oggi più che mai. Per questo motivo ho inviato una comunicazione all'azienda Vodafone a cui chiedo un urgente intervento per il potenziamento del segnale voce/dati senza fili.
Si chiede un gesto di solidarietà verso una comunità e i suoi studenti, in un momento così difficile”. Lorrai sostiene che ci sono “Studenti di serie A e studenti di serie Z”. Quindi chiede a gran voce “Un gesto che contribuirebbe a garantire il diritto allo studio a chi non vive in città ma in una piccola realtà. I destinatari di questa comunicazione sono anche. I ministro dell'Istruzione, l'assessore regionale all'Istruzione e il dirigente delle scuole del paese. Loro, prima di tutti, devono sapere in che condizioni siamo costretti”.