Da ieri, 13 gennaio, è iniziato un rilascio controllato di 15 metri cubi d’acqua al secondo dalla diga sul Lerno a Pattada. La risorsa, spiega il Consorzio di Bonifica del Nord Sardegna, viene scaricata per via delle note carenze strutturali della diga che non permettono di trattenere un volume maggiore di acqua in vista di una corretta programmazione delle stagioni di irrigazione. “Il problema è noto, si tratta di una situazione rilevata a partire dai mesi di dicembre 2004 e gennaio 2005 – spiega il direttore del Consorzio Giosuè Brundu – dove a causa di problemi strutturali ben individuati si è reso necessario un intervento progettuale per ripristinare le condizioni di funzionalità. Da novembre 2013, il limite di invaso è stato fissato dai tecnici dell’ufficio dighe in 550 m s.l.m. per condizioni di normale esercizio pari a 34,20 milioni di metri cubi e 555 m s.l.m.  in occasione di piena (pari a poco più di 40 milioni di Mc) ovviamente ben lontana dai 564,50 mt s.l.m., pari ad oltre 72 milioni di Mc che invece potrebbe contenere”. 

“Il paradosso è che i soldi per risolvere questo problema ci sono – chiosa il presidente Toni Stangoni - ma sono fermi da anni nelle casse del gestore ENAS: Il primo finanziamento risale addirittura al 2015, e se l’ostacolo che rallentava l’iter inizialmente pareva essere legato ai complessi studi geotecnici propedeutici alla progettazione, questi sono stati completati nell’aprile 2018. I lavori vagliati, dal Professor Alessandro Graziani, sarebbero poi stati affidati per uno studio di fattibilità tecnico economica degli interventi di ripristino e adeguamento, all’equipe di ingegneria Balossi – Restelli, di Milano, esperti in lavori di consolidamento di rocce e terreni di fondazione e riqualificazione di infrastrutture esistenti. Da allora in due anni nessuna novità, nessun cantiere aperto. I finanziamenti oggi disponibili ammontano a 7 milioni di euro a valere sul fondo sviluppo e coesione 2014– 2020”.

Solidale all’iniziativa anche il Sindaco di Pattada Angelo Sini, che ha sottoscritto le richieste del Consorzio per la delega dei lavori, richiamando la funzione di riserva per usi civili che ha l’invaso: “I lavori sono improcrastinabili - dichiara Sini - per poter finalmente predisporre una programmazione pluriennale che garantisca sia l’utilizzo civile che agricolo delle acque in tutta serenità. In quest’ottica sarebbe auspicabile che si mettessero in campo tutti gli strumenti disponibili al fine di velocizzare l’iter delle opere”.

Il principale fruitore della risorsa idrica presente nel bacino di Pattada è il Consorzio di Bonifica del Nord Sardegna che, mediante il suo apporto, consente ai consorziati della Piana di Chilivani l’utilizzo dell’importante risorsa. “L’intervento di ripristino della quota di massimo invaso si rende estremamente necessaria – dice il Presidente del Consorzio, Toni Stangoni – pur comprendendo la complessità degli interventi, ci è sembrato doveroso sollecitare un avanzamento più spedito delle procedure, e ci siamo proposti fin da subito per essere soggetto attuatore dell’intervento, al fine di accelerare il completamento della progettazione esecutiva, il conseguente appalto e l’esecuzione delle opere. Questo affinché l’apporto idrico avuto dalle abbondanti precipitazioni venga preservato per altre stagioni siccitose, che sicuramente avranno modo di ripetersi”.

“Le aziende agricole della Piana di Chilivani – interviene il Vicepresidente del Consorzio Francesco Pala – hanno necessità di programmare adeguatamente le loro colture in maniera pluriennale, evitando l’incognita che invece incombe sistematicamente, all’inizio di ogni stagione irrigua. L’acqua deve essere disponibile durante tutto l’anno, e per più anni. Dobbiamo essere in grado di fare tesoro di fasi di abbondanti precipitazioni come quella di questo periodo, e non farci trovare impreparati per le annate siccitose che periodicamente caratterizzano il nostro clima”.

Solidale all’iniziativa anche il sindaco di Pattada Angelo Sini, che ha sottoscritto le richieste del Consorzio per la delega dei lavori, richiamando la funzione di riserva per usi civili che ha l’invaso: “I lavori sono improcrastinabili - dichiara Sini - per poter finalmente predisporre una programmazione pluriennale che garantisca sia l’utilizzo civile che agricolo delle acque in tutta serenità. In quest’ottica sarebbe auspicabile che si mettessero in campo tutti gli strumenti disponibili al fine di velocizzare l’iter delle opere”.