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Non avrebbero garantito le misure di sicurezza anti Covid, scatenando decine di contagi tra i dipendenti e i turisti che frequentavano i club del divertimento notturno della Costa Smeralda.
Per questo la Procura di Tempio Pausania ha chiesto il rinvio a giudizio degli amministratori del Billionaire di Porto Cervo, del Phi Beach di Baja Sardinia e del Country Club di Porto Rotondo, ritenendoli responsabili dei focolai di Covid che nell'estate del 2020 scoppiarono in Gallura. All'amministratore unico del noto locale di Flavio Briatore, Roberto Antonio Pretto, sono contestati i reati di epidemia colposa e lesioni personali colpose.
L'amministratore del Phi Beach, Luciano Guidi, e il manager del Country Club, Franco William Carrington Royston, sono invece accusati solo di lesioni colpose. I legali degli imputati, che già alla chiusura delle indagini, a giugno 2021, avevano dichiarato l'innocenza dei loro assistiti, aspettano la fissazione dell'udienza preliminare.
"Al momento non abbiamo ricevuta nessuna notifica, per cui non abbiamo nessun commento da fare", afferma al telefono Antonella Cuccureddu, avvocata difensore di Pretto. Secondo le accuse, al Billionaire di Porto Cervo furono sistematicamente ignorate le prescrizioni da adottare per contrastare la diffusione del coronavirus: ai lavoratori sarebbe stato fornito un numero insufficiente di mascherine o dispositivi in stoffa non adeguati per la protezione dal virus, e una volta appurati casi di positività fra il personale non sarebbero state adottate le misure necessarie per isolamento e tracciamento.
Norme che sarebbero state sorvolate anche per i clienti, ai quali non veniva fatto rispettare l'obbligo di mascherina e il divieto di assembramento. Anche al Phi Beach e al Country Club i gestori avrebbero fornito ai dipendenti un numero insufficiente di mascherine e non avrebbero vigilato sul corretto uso delle protezioni individuali. Comportamenti che avrebbero contribuito in maniera determinante alla creazione dei focolai e alla diffusione dei contagi.
Le indagini, condotte dai carabinieri del Reparto territoriale di Olbia, hanno portato la Procura gallurese ad indicare i gestori delle discoteche come responsabili di decine di contagi fra i lavoratori e a chiedere l'apertura di un processo. Sarà ora il gup del Tribunale di Tempio Pausania a decidere se accogliere la richiesta di rinvio a giudizio o sciogliere ogni accusa nei confronti degli indagati.