Inna e Manuel sono sposati da sette anni e sono i genitori di una bellissima bimba. Vivono e lavorano ad Assemini e qualche giorno fa, dopo aver fatto la spesa al supermercato come tutti i giorni, al momento di pagare alla cassa scoprono che il loro conto è stato bloccato. Quella stessa mattina erano stati contattati telefonicamente da un consulente della banca.

 “La banca  ha voluto dei chiarimenti sul conto aziendale e sul nostro vecchio progetto di aprire un’agenzia immobiliare in Russia. Mio marito ha spiegato loro che non avremmo mai portato avanti quel progetto e a quel punto l’operatore ci ha chiesto di firmare il ‘questionario antiriciclaggio’ per evitare la sospensione del conto in questione, quello aziendale”,  dichiara Inna ai microfoni di Sardegna Live.

Inna e Manuel compilano immediatamente quel questionario online. Sembra tutto risolto, ma la banca chiede informazioni anche sul conto personale intestato a entrambi e sull’eventuale doppia cittadinanza di Inna: “Non ho la doppia cittadinanza, sono una cittadina russa. Io e Manuel siamo sposati, pertanto ho la carta di soggiorno illimitata per motivi famigliari. La banca mi ha chiesto di inviare loro la mia ultima busta paga e di firmare un altro questionario antiriciclaggio. Ed è quello che ho fatto, tuttavia quello stesso giorno,  al momento di pagare la spesa alla cassa del supermercato, abbiamo scoperto di avere il nostro conto corrente cointestato bloccato”.

Quella transazione negata è stata una doccia fredda per i due ragazzi convinti di aver già risolto tutto.

“Abbiamo cercato di contattare la banca in ogni modo, ma ci siamo riusciti solo la sera del giorno dopo. Con cortesia ci  hanno spiegato che secondo  un’ordinanza urgente devono controllare il conto corrente di tutti i cittadini russi e che non avrebbero potuto darci altre informazioni e, tanto meno, dirci quando il nostro conto sarebbe stato sbloccato. Siamo rimasti senza parole - i grandi occhi di Inna lasciano trasparire tutta la sua incredulità - fortunatamente nel giro di pochi giorni tutto si è risolto e abbiamo riavuto la disponibilità del nostro conto, ma è stata un’esperienza davvero singolare”.

“Al di là di questo inconveniente – si premura di precisare – il conflitto Ucraina Russia  è una tragedia per tutti. Anche noi russi nel cuore abbiamo solo dolore e tristezza, ma non riesco a capire perché ci chiamano fascisti e ci descrivono come se fossimo il male puro, noi non siamo così - continua Inna – ci hanno paragonato addirittura a Hitler e questo fa male. Tv e giornali parlano solo del grande dittatore Putin e dei suoi seguaci assassini e squilibrati. Hanno fatto terra bruciata su tutto ciò che è russo arrivando addirittura a sospendere un corso su Dostoevskij. Io posso solo dire di comprendere il dolore del popolo ucraino dal profondo del cuore, ma sono russa e sono orgogliosa di esserlo”.