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In qualità di studenti dell'Istituto professionale per l'agricoltura e lo sviluppo rurale (IPSASR) di Sorgono volevamo portare all'attenzione dei rappresentanti istituzionali del territorio e dei comuni di appartenenza degli studenti sulla questione relativa alla chiusura del convitto annesso all'Istituto.
Viviamo in un territorio poco popolato,che classificato come area rurale e zona interna è caratterizzato da numerose problematiche sociali quali lo spopolamento,la disoccupazione soprattutto quella dei giovani e l'isolamento non solo geografico.
In questo contesto è inserito l'IPSASR che opera in questo territorio fin dal 1960 e ha rappresentato un riferimento importante nella formazione culturale e professionale di numerose generazioni di studenti. La sua attività è stata da sempre ampliata e supportata dalla presenza del convitto non solo come luogo di accoglienza di numerosi studenti dei territori limitrofi alla Barbagia Mandrolisai ma anche come luogo di esperienza di vita comune e condivisa.
Attualmente l'Istituto, l'unico professionale Agrario della Sardegna con due sezioni e dieci classi, è caratterizzato da due indirizzi formativi strettamente legati alla realtà economica del territorio quali il corso A con la specializzazione in “ Gestione risorse forestali e montane” , il corso B con la specializzazione in “Valorizzazione e commercializzazione dei prodotti agricoli di un territorio”.
Inoltre nell'ambito del percorso quinquiennale l'IPSASR offre agli studenti la possibilità di conseguire al terzo anno due tipologie di qualifiche professionali di primo livello e precisamente quelle di “Operatore agricolo-settore coltivazioni” e “Operatore della trasformazione agro-alimentare”.
Questo percorso di studi è stato scelto da numerosi studenti provenienti non solo dal Mandrolisai ma anche da diversi paesi della Provincia di Nuoro,Oristano e Cagliari proprio perchè vi era la possibilità di usufruire dei servizi offerti dal convitto che, oltre all'accoglienza consentiva agli studenti di essere seguiti dal personale educativo.
La presenza del convitto inoltre ha sempre consentito di svolgere attività extracurricolari e di approfondimento di cui si sono avantagiati non solo i convittori ma anche tutti gli altri studenti contribuendo positivamente in questo modo alla loro formazione umana e professionale.
Sulla base di queste premesse, la chiusura della struttura convittuale e la mancanza dei servizi che essa offre non solo ai singoli studenti ma anche a tutto il territorio porterebbe a delle gravi conseguenze che si rifletterebbero sul già difficile sviluppo del territorio. Fra queste vogliamo evidenziare le seguenti:
? riduzione del numero degli studenti di circa 34unità (numero iscritti al convitto per l'a.s. 2016/2017 rispetto ai 40 richiesti) col conseguente rischio nel futuro di accorpamento di classi;
? impossibilità per gli studenti fuori sede di frequentare il corso di studi prescelto in quanto la scuola non è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici e questo potrebbe rappresentare una limitazione del diritto allo studio in quanto interromperebbero la continuità del loro corso scolastico;
? impossibilità di numerosi studenti convittori del territorio che per limitare i disagi del trasporto durante i mesi invernali legati avevano deciso di rimanere in convitto;
? riduzione notevole delle attività extracurricolari e di approfondimento in orario pomeridiano e serale;
? riduzione dell'opportunità degli studenti disabili convittori di sperimentare forme reali di integrazione e supporto da parte degli istitutori nello studio;