«La cooperazione territoriale ha un valore fondamentale ai fini dello sviluppo dei paesi da cui hanno origine i flussi migratori e in questo ambito è necessario che la Sardegna e le altre regioni, già impegnate sul campo con buoni risultati, siano pienamente coinvolte da parte del Governo e che tutte le scelte, da cui scaturiscono progetti e interventi, siano il frutto  di un percorso il più possibile condiviso».

Sono le parole pronunciate a Firenze dall'assessore agli Affari generali della Regione Sardegna, Filippo Spanu, nel corso dell’incontro “Quale cooperazione allo sviluppo tra Europa post 2020 e Agenda 2030” che si è svolto nella sala Pegaso del palazzo della Regione Toscana in piazza Duomo. 

Si è tratto di un nuovo momento di approfondimento su temi che la Sardegna, nel suo ruolo di coordinamento in materia di cooperazione internazionale nella Conferenza delle Regioni, ha più volte portato all’attenzione del Governo.

«A breve la Conferenza delle Regioni – ha dichiarato Spanu – esaminerà un documento sul tema della cooperazione in cui viene riportata la preoccupazione dei territori per la nuova programmazione europea che mette seriamente a rischio la possibilità di sostenere in modo mirato i paesi da cui hanno origine i flussi migratori».  

«Occorre – ha aggiunto l’Assessore – salvaguardare la politica europea di vicinato e la cooperazione transfrontaliera marittima che sono strumenti in grado di irrobustire i processi di riforma e sviluppo negli Stati dell’area mediterranea che più hanno bisogno di aiuto».   

All'incontro sono intervenuti anche la vice-presidente della Regione Toscana Monica Barni, Tania Groppi e Daniela Sorrentino dell’Università di Siena, Mario Biggeri dell’Ateneo di Firenze e Javier Cano, in rappresentanza della Catalogna. 

Si è anche parlato dell’attuazione dei 17 obiettivi  di sviluppo sostenibile concordati, su impulso dell’Onu, nel 2015, da 193 Stati e la cui realizzazione anche in Italia è affidata a soggetti pubblici e privati.

«In questo campo – ha concluso Spanu – occorre che tutte le istituzioni svolgano la propria parte con la consapevolezza dell’importanza della sfida finalizzata a creare condizioni di maggiore equilibrio tra le diverse aree del mondo.  Il sistema regionale, a partire da quello italiano, può offrire un contributo prezioso a condizione che il Governo sia pienamente consapevole della necessità di un vero coordinamento tra tutti i soggetti impegnati».