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Una corda, anche se "troppo grossa per strozzarlo" e un piccone "da nascondere sotto la felpa". Potrebbero essere questi alcuni oggetti utilizzati nel piano per sbarazzarsi di Manuel Careddu. Un piano progettato nei minimi dettagli per non pagare quel debito di droga di poche centinaia di euro. Alcune frasi delle intercettazioni nella vicenda del delitto del 18enne di Macomer, del quale si sta ancora cercando il copro sulle rive del Lago Omodeo (Oristano), sono state pubblicate dai quotidiani sardi.
Spunta poi anche una pistola che sarebbe potuta servire per difesa personale o per eliminare altre persone ritenute scomode.
Secondo la Nuova Sardegna, nel mirino sarebbe finita anche la madre di Manuel, Fabiola Balardi, che sta proseguendo nella sua battaglia per poter conoscere il luogo dove sono stati sepolti i resti di suo figlio.
Nel frattempo ieri il gip del Tribunale di Oristano e quello del Tribunale minorile di Cagliari hanno confermato l'arresto in carcere dei tre ventenni e dei due minorenni di Ghilarza e Abbasanta accusati di omicidio premeditato e occultamento di cadavere per la morte di Manuel Careddu, il 18enne di Macomer scomparso l'11 settembre scorso e del quale si sta ancora cercando il cadavere nel lago Omodeo, tra Ghilarza e Soddì. I tre maggiorenni, Christian Fodde, Matteo Satta e Rinaldo Carta resteranno in carcere a Massama. Il minorenne di Ghilarza nel carcere minorile di Quartucciu, mentre la diciasettenne originaria di Macomer, ma residente ad Abbasanta, sarà trasferita in un carcere minorile della Penisola.
Finora nessuna traccia del copro del giovane Manuel.