Alcune persone non hanno ben capito la situazione di emergenza che l’Italia sta vivendo.

Non hanno capito che ognuno di noi è chiamato a un senso di responsabilità che significa rispetto per se stessi e per gli altri.

Non hanno capito che dalla crisi epidemiologica alla crisi economica il passo è brevissimo.

Stare a casa significa provare a contenere il contagio e quindi tornare alla nostra quotidianità il prima possibile.

Qualche giorno fa abbiamo pubblicato un articolo del New York Times che, parlando di coronavirus si poneva questa domanda: "Gli italiani sanno seguire le regole?".

In tanti di voi, nei commenti, hanno dato una risposta univoca: No!

Una delle scuse più in voga di questi giorni è quella di portare il cane a fare i bisogni.

Sui social in molti hanno enfatizzato questo comportamento pubblicando e condividendo foto di peluche al guinzaglio.

Portare il cane a fare i bisogni non significa uscire da casa e allontanarsi per chilometri, non significa fare la passeggiata con tutta la famiglia, figli al seguito, come invece abbiamo visto in questi giorni.

Ieri, il commissario per l'emergenza Angelo Borrelli in conferenza stampa ha ribadito che “tutti dobbiamo fare un sacrificio. Se la regola è non uscire o uscire lo stretto necessario bisogna avere una valida ragione per uscire”.

Ricordiamo che fino al 3 aprile gli spostamenti sono da evitare, sono ammessi solo per comprovate ragioni di lavoro: bisogna attenersi al tragitto casa-lavoro, in caso di controllo bisogna spiegare le ragioni dello spostamento e presentare il modulo di autocertificazione; per necessità: fare la spesa, accudire i genitori, o per ragioni sanitarie.