PHOTO
“Molti cittadini mi stanno chiamando disperati, preoccupati di una situazione assurda: un viavai impressionante di persone di qualsiasi età che accedono a quel rudere abbandonato per bucarsi. E’ un dramma, sia per chi purtroppo è vittima dell’eroina, ma anche per i cittadini stessi. La dentro si rischiano situazioni di eventuale contagio anche del virus Covid-19: è una bomba ecologica ad orologeria, il sindaco Paolo Truzzu e le autorità competenti intervengano immediatamente”.
Il Capogruppo del Pd in consiglio comunale, Fabrizio Marcello denuncia il dramma sul dramma: “Quella struttura sotto il colle di San Michele – afferma – è da buttare giù, come affermò l’ex sindaco Massimo Zedda, proprio perché è un immobile pericolante. L’aspetto paradossale è che le persone saltano la recinzione per trovare riparo e per bucarsi, ma in un momento di emergenza sanitaria come questa col Coronavirus, diventa ancor più urgente porre rimedio per evitare i casi di contagio, oltre che situazioni igienico-sanitarie gravissime”.
Una storia nata male e finita peggio. Quella dell’ex Circoscrizione Comunale di via Cinquini la conoscono benissimo tutti, i residenti in primis, le centinaia di persone che vanno a correre o in bici su al colle e soprattutto, anche gli uffici di A.R.E.A. e Comune di Cagliari.
Dalla sua chiusura, avvenuta almeno una quindicina di anni fa, quel caseggiato ha visto di tutto d di più, soprattutto è stata ed è tuttora la dimora abituale degli eroinomani, punto di riferimento per chi deve bucarsi lontano da occhi indiscreti.
L’ultima cronologia storica, in sintesi, fa riferimento all’anno 2013, quando l’allora consigliere comunale Paolo Casu scrisse alla Asl, alla Procura della Repubblica, ai Carabinieri del Noe e al Comune, denunciando una situazione igienico-sanitaria fuori da ogni schema: dentro quel budello fatto ormai a pezzi dal tempo, centinaia di tossicodipendenti frequentavano la struttura (o quel che restava), per iniettarsi la dose. Luogo anche di piccolo spaccio di eroina e punto nevralgico per clochard, dentro quei locali c’era di tutto: il Comune e A.R.E.A intervennero immediatamente con la bonifica dei luoghi, raccogliendo migliaia di siringhe sporche e tantissimi rifiuti.
Il paradosso
Dopo di che, quello stabile fu “blindato”, con tanto di telecamere e allarmi anti-intrusione gestiti dalla vigilanza Alarm System di Cagliari: poi, nel corso degli anni, l’amministrazione di Massimo Zedda cercò di ovviare a quell’oscenità: il primo cittadino diede come indirizzo base la demolizione.
Sono trascorsi ormai 6 anni, ma tutto è ancora così o ancor peggio: chiunque può deliberatamente introdursi dentro quel rudere abbandonato e continuare a bucarsi, come accade anche nello sterrato pieno di erbacce, rifiuti a siringhe davanti all’asilo di via Serbariu.
Già in passato, Fabrizio Marcello, Pd, si occupò della vicenda, ma “burocraticamente” tutto è ancora arenato in chissà quale ufficio. Quel luogo, sarà presto restituito ai cittadini e ai residenti? Sarà creato un bellissimo orto botanico oppure sarà realizzato un edificio nuovo di zecca ad uso esclusivo delle associazioni che si occupano di attività sociali? Ora più che mai non si può aspettare: “Il sindaco intervenga subito, si attivi per risolvere con urgenza questa gravissima situazione, è in gioco la salute di chiunque. Per questo chiediamo l’ordinanza sia per questione igienico-sanitaria e sia quella per la demolizione di quella cattedrale nel deserto – ha concluso Fabrizio Marcello”.