Botta e risposta tra il sindacato delle professioni infermieristiche e la Regione.

Da una parte il NurSind denuncia l’omissione di idonee misure di contenimento del contagio, del monitoraggio degli operatori sanitari positivi, e l’insufficienza dei dispositivi di protezione.

Dall’altra il presidente Solinas e l’assessore Nieddu respingono le accuse e sottolineano che il personale sanitario non ha mai operato in assenza dei dispositivi di protezione. “A Sassari ad esempio, chiarisce Solinas,  questo è testimoniato anche da una presenza nei depositi della stessa Azienda ospedaliera universitaria di ben 19 mila mascherine alla data del 18 marzo. Nello specifico: 13.250 mascherine TNT, 5.087 ffp2, 1.480 FFP3 e 6.567 FFP".

Ma il sindacato non ci sta e scrive una lettera di diffida indirizza alla Regione, alle Aziende ospedaliere, e per conoscenza anche al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio e al Ministro Roberto Speranza.

"Le singole Aziende – si legge - non possono limitarsi alla distribuzione delle “mascherine filtra batteri” il cui utilizzo non è atto a proteggere dal rischio di contagio il personale sanitario che si trova in contatto con pazienti, che potrebbero eventualmente essere affetti da Covid-19, virus almeno 100 volte più piccolo di un normale batterio.

"Nella lettera che abbiamo inviato – ha detto il rappresentante del Coordinamento Regionale del sindacato delle professioni infermieristiche Fabrizio Anedda – chiediamo soprattutto che vengano adottate adeguate misure di contenimento del contagio. È necessario che vengano richieste con urgenza e senza ulteriori ritardi i test diagnostici Covid-19 per tutto il personale che ha comunicato contatti stretti con casi confermati: questa è l'unica misura oggi efficace per il reale contenimento del contagio e a tutela della salute dei lavoratori, dei pazienti e di tutti".

“Siamo pronti a chiedere tutti i danni che ci saranno causati dall'essere esposti – ha aggiunto il sindacato - in queste condizioni, a una epidemia così violenta e in una emergenza sanitaria che non può essere affrontata senza neppure gli strumenti di base”.

Ai microfoni di Sardegna Live l’assessore della Sanità ha precisato: “Nei casi di contagio che abbiamo avuto negli ospedali di Sassari, Olbia e Nuoro, nessun operatore sanitario è stato contagiato perché non ha usato i dispositivi di protezione individuale nell’assistenza a pazienti Covid positivi. Questo ci tengo che sia chiaro".

Nieddu ha anche precisato che “a brevissimo, all’ospedale Brotzu, grazie ad apposite apparecchiature si riuscirà ad effettuare circa 2mila esami al giorno.

“Contiamo – ha detto l’assessore - di riuscire a fare i tamponi a tutto il personale sanitario e tutti quelli che riterremo opportuno, seguendo quelle che sono le linee guida che provengono dalla Corea per esempio, che con una massiccia campagna di tamponi è riuscita a contenere l’infezione e ad azzerare la trasmissione di contagi”.

Infine, sui dispositivi di protezione il presidente Solinas ha ribadito: "Ho dato da tempo mandato agli uffici, ha proseguito il Presidente, di procedere al reperimento sul mercato di tutti i presidi sanitari necessari fino a concorrenza del fabbisogno dichiarato dalle strutture sanitarie. Dirigenti e funzionari sono impegnati senza sosta per dare risposte a queste esigenze. Fra mille difficoltà, non ultima la chiusura generalizzata delle frontiere in tutto il mondo. Nel frattempo, dobbiamo accontentarci anche delle mascherine “monovelo” inviateci dal Governo attraverso il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile: sono 44.800 pezzi, che abbiamo già distribuito e che tante polemiche hanno alimentato in altre Regioni e tra molti operatori. Anche qui, però, è inaccettabile che qualcuno strumentalizzi questo fatto attribuendo responsabilità inesistenti all’amministrazione regionale".