Questa mattina, il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Cagliari ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 5 persone, nelle province di Cagliari, Nuoro, Forlì e Modena.

Destinatari del provvedimento restrittivo degli arresti domiciliari, sono, con riferimento all’epoca dei fatti, gli allora amministratore unico di un ente pubblico della Regione Sardegna, il dirigente di riferimento di un consorzio di cooperative avente sede a Bologna, l’amministratore di una società cooperativa di Forlì, facente parte del suddetto consorzio, un ingegnere e un “intermediario”.


L’operazione, condotta dal personale dei Nuclei di polizia tributaria di Cagliari e Oristano, avrebbe consentito di accertare che, in relazione alla procedura di gara per la progettazione e l’esecuzione di un impianto di produzione di energia rinnovabile solare in un’area industriale in provincia di Nuoro, per un importo complessivo a base d’asta di 9,5 milioni di euro, la cui  “turbativa può essere desunta dalle modalità di indizione del bando di gara e dagli incontri tra gli odierni indagati” - da ordinanza del G.i.p. –, “è stata…provata in modo certo la corresponsione di una tangente” di 89.000 euro, destinata all’ex amministratore unico del predetto ente pubblico sardo, a titolo di “compenso” per il buon esito dell’affare illecito.


Le attività investigative, operate anche con l’ausilio di intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, nonché l’acquisizione di documenti e di dichiarazione rese da testimoni, avrebbero fatto emergere che il pagamento della prima tranche della tangente, a fronte della promessa di una somma di 135.000 euro, sarebbe stata spartita tra il citato ex amministratore pubblico, un professionista – prestatosi a fatturare una fittizia prestazione professionale nei confronti della società cooperativa, per giustificare l’illecito passaggio di denaro – e un intermediario, che, secondo quanto emerso dalle indagini, ha ricoperto un ruolo determinante all’interno del sodalizio criminoso, in quanto è risultato essere il trait d’union tra il dirigente del consorzio e l’amministratore della società consorziata, necessario per far poi veicolare la tangente.