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Avrebbero pagato una tangente da circa 90 mila euro per vincere un appalto da 9,5 milioni di euro per la progettazione e l'esecuzione di un impianto di produzione di energia rinnovabile solare in un'area industriale in provincia di Nuoro, ma sono stati scoperti dagli uomini delle Fiamme gialle del nucleo di polizia tributaria di Cagliari che questa mattina hanno arrestato cinque persone per corruzione.
Ai domiciliari sono finiti Davide Galantuomo, 56 anni, ex presidente dell'Ente acque Sardegna che avrebbe intascato una parte della tangente (ed ex sindaco di Quartu Sant'Elena); Gianni Lolli, 64 anni di Modena, dirigente del consorzio che si aggiudicò l'appalto; Luigi Betti di Forlì; Salvatore Paolo Pinna, 54 anni, già finito nella maxi inchiesta sugli appalti truccati della Procura di Oristano e l'ex calciatore Renato Copparoni, 64 anni, che è stat
L'indagine che oggi ha fatto finire ai domiciliari cinque persone riguarda una parte della maxi inchiesta della Procura di Oristano sugli appalti truccati in Sardegna. Nel corso delle intercettazioni telefoniche e ambientali, infatti, sono emersi i particolari del pagamento della tangente.
I soldi, secondo quanto accertato dagli investigatori del nucleo di polizia tributaria delle Fiamme gialle di Cagliari e Oristano, sarebbero stati spartiti tra Davide Galantuomo, Salvatore Pinna, che avrebbe emesso una fattura falsa alla cooperativa che doveva aggiudicarsi l'appalto, e Renato Copparoni, che avrebbe svolto il ruolo di intermediario. Una prima trance da 89 mila euro di una tangente complessiva da 135 mila. Tutto per aggiudicarsi l'appalto per la realizzazione di un impianto di energia rinnovabile a Ottana per un valore di 9,5 milioni di euro.
La tangente sarebbe stata pagata da Gianni Lolli, 64 anni di Modena, dirigente del consorzio che si aggiudicò l'appalto; Luigi Betti di Forlì. Secondo quanto emerge dalle 70 pagine dell'ordinanza la "turbativa può essere desunta dalle modalità di indizione del bando di gara e dagli incontri tra gli odierni indagati".