Pericolo di inquinamento delle prove e reiterazione dei reati. Sono queste le ragioni che hanno spinto il Gip Giampaolo Casula a firmare i provvedimenti di custodia cautelare che ieri mattina hanno fatto finire in cella per corruzione e falso i vigili urbani Raimondo Pontis, di 60 anni, e Giovanni Argiolas, di 52, il funzionario del settore edilizia privata del Comune, Sergio Niosi Oriti, 60 anni, e Deborah Puddu, 46 anni, titolare dell'impresa Corim.Pro Srl e ai domiciliari, l'altro funzionario del settore edilizia privata Franco Schirru, 50 anni.

"Adotterebbero qualsiasi accorgimento per occultare o alterare le prove a loro carico - scrive il Gip nelle 118 pagine dell'ordinanza - con l'eventuale complicità di colleghi e amici compiacenti, indotti dal potere intimidatorio connesso allo svolgimento - in maniera sfrontata e distorta della funzione pubblica".

E il Gip aggiunge: "La personalità degli indagati, quale emerge non solo dalla condotta finora realizzata, ma anche dalla spregiudicatezza con cui le istituzioni comunali sono state asservite all'interesse della Puddu, con i vigili e i funzionari pronti a prestare la propria attività attraverso il sistematico ricorso ad atti contrari ai doveri d'ufficio ma anche a fare quanto necessario per occultare, o comunque, inquinare le prove delle illecite operazioni è certamente un dato indiziario di pericolo concreto di reiterazione di condotte criminose della stessa specie".

Nell'ordinanza compare anche il nome di un altro vigile urbano del Comune di Quartu, un 59enne accusato di rivelazione di segreto di ufficio per aver informato il titolare di un locale di un esposto presentato contro di lui.