Quattro indagati in Gallura per corruzione e tentata concussione. Prima di lasciare definitivamente la Procura di Tempio Pausania, il procuratore Domenico Fiordalisi ha aperto un fascicolo che scuote il mondo dell'edilizia e della politica di Olbia.

Coinvolti dell'inchiesta nomi molto noti in città: Giorgio Spano, professionista di Olbia e a lungo consigliere e assessore comunale, titolare assieme al figlio Gabriele, anche lui indagato, di un avviato studio professionale e della Esedra srl che si occupa di costruzioni edili; Roberto Capobianchi e Giuseppe Costa, quest'ultimo dirigente di riferimento del gruppo che fa capo al costruttore ed editore romano Domenico Bonifaci che tra San Pantaleo e Porto Rotondo ha molte proprietà e molti interessi legati all'edilizia.

Ad innescare le indagini in Gallura è stata un'inchiesta partita da Roma che, nel 2015, ha scoperchiato un giro di tangenti elargite ai dipendenti del Comune in cambio del silenzio su presunti abusi edilizi. Tra gli indagati figurava anche Bonifaci, nome che attirò subito l'attenzione degli inquirenti su tutte le sue proprietà comprese quelle situate in Gallura.

Una parte dell'inchiesta si spostò dunque a Tempio e iniziarono così le intercettazioni e le verifiche che giovedì scorso sono culminate con la perquisizione da parte della Guardia di finanza di Olbia nella sede della Esedra srl in via Marco Polo, nello Studio Spano e anche nell'abitazione dell'ex assessore comunale Giorgio Spano.

Le Fiamme gialle hanno sequestrato fatture, documenti, progetti riguardanti lavori in una lottizzazione di San Pantaleo (frazione di Olbia), l'ampliamento dell'Hotel Nuraghe a Porto Rotondo e una villa, sempre a Porto Rotondo, tutti progetti e costruzioni del gruppo Bonifaci.

Sotto la lente d'ingrandimento degli inquirenti c'è soprattutto la lottizzazione di San Pantaleo, qualche anno fa al centro di molte discussioni in Comune e che, nel 2013, dopo una serie di modifiche aveva ottenuto il via libera del Consiglio comunale.