Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al Gip del Tribunale di Cagliari sia l'ex portiere Renato Copparoni che l'allora presidente dell'Ente acque della Sardegna (Enas), Davide Galantuomo, finiti ai domiciliari assieme ad altre tre persone per una presunta corruzione nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Cagliari sugli appalti truccati nell'Isola. Copparoni, in particolare, avrebbe fatto da intermediario per una tangente di circa 90mila euro, prima tranche di una mazzetta complessiva di 135mila euro, che sarebbe stata pagata per la progettazione e l'esecuzione di un impianto di energia rinnovabile a Ottana per un valore di 9,5 milioni, installazione inaugurata proprio oggi da Regione e nuovi vertici dell'Enas.

Galantuomo, ex sindaco di Quartu in quota Fi e attuale consigliere del centrodestra nella città metropolitana diCagliari con delega alla Trasparenza, è accusato di aver intascato una parte della tangente (89mila euro) quando era commissario straordinario Enas tra il 2011 ed il 2014. Accompagnati dagli avvocati Guido Manca Bitti (Galantuomo) e Riccardo Floris (Copparoni), i due indagati sono comparsi in Tribunale questo pomeriggio verso le 16, sentiti a mezz'ora di distanza l'uno dall'altro.

Sono rimasti pochi minuti nell'ufficio del Gip Giuseppe Pintori, il giudice che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare chiesta dai pm Emanuele Secci e Gaetano Porcu, per poi uscire senza rilasciare dichiarazioni. "Dobbiamo ancora leggere con attenzione gli atti - ha spiegato l'avvocato Floris, che ha annunciato ricorso al Riesame - dopo valuteremo". Stessa decisione per il collega Manca Bitti.

"Prima di rispondere è fondamentale conoscere bene gli atti d'imputazione - ha sottolineato - abbiamo comunque fatto richiesta di revoca e mitigazione della misura cautelare". Il giudice si è così riservato. A Oristano, invece, è fissato l'interrogatorio del terzo indagato - anche lui ai domiciliari - Salvatore 'Tore' Pinna, difeso dall'avvocato Leonardo Filippi, mentre Gianni Lolli e Luigi Betti, il primo di Modena, il secondo di Forlì, saranno sentiti grazie ad una rogatoria. Per tutti l'accusa è di concorso in corruzione.