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È andata in scena nonostante le accese polemiche che l'hanno preceduta "Sa cursa a su puddu", manifestazione equestre carnevalesca tipica del paese di Sedilo (Oristano). L'evento è finito al centro di una bufera mediatica diventando un caso nazionale dopo la polemica avviata dall'animalista siciliano Enrico Rizzi, che ha portato il caso all'attenzione di un gruppo di parlamentari diffidando persino il prefetto di Oristano dall'autorizzare la storica corsa a cavallo.
L'evento, quest'anno in programma domenica 2 marzo, prevede infatti che i cavalieri in maschera lanciati al galoppo cerchino di agguantare alcuni polli morti appesi a un cavo in tensione montato a metà percorso.
"Diffidato il prefetto di Oristano"
Enrico Rizzi (549mila follower su Facebook) ha acceso i riflettori sulla corsa a "su puddu" pubblicando video polemici e aspri commenti di condanna: "Ho firmato l’atto di diffida al Prefetto di Oristano affinché voglia disporre l’immediata revoca dell’autorizzazione allo svolgimento della festa di paese “Su Puddu” a Sedilo con le modalità previste e consistenti nell’uso di esemplari di animali veri – anche se previamente abbattuti – nel corso della medesima", annunciava l'attivista sabato scorso, alla vigilia dell'appuntamento.
"Ho rappresentato al Prefetto che la non auspicata inottemperanza all’atto dell’ufficio richiesto comporterà la presentazione di una denuncia alla Procura della Repubblica. Ringrazio nel frattempo l’On. Francesco Emilio Borrelli e l’On. Alessandro Caramiello ai quali ho rappresentato la vicenda e che mi hanno garantito un immediato interessamento".
"Sostituire gli animali con dei pupazzi"
La battaglia di Rizzi è stata presto sposata da cinque parlamentari del Movimento 5 Stelle: "Ringrazio di cuore i parlamentari del M5S Sergio Costa, Alessandro Caramiello, Carmen Di Lauro, Susanna Cherchi e Gisella Naturale che, raccogliendo la mia denuncia, hanno appena inviato una nota al sindaco di Sedilo ed al Prefetto, per chiedere l’immediata sospensione del carnevale in cui alcune galline attaccate ad un filo di acciaio, seppur morte, verranno decapitate da uomini a cavallo. I Parlamentari hanno chiesto di sostituire gli animali con dei pupazzi".
Anche il deputato di Alleanza Verdi Sinistra Francesco Emilio Borrelli si è schierato al fianco di Rizzi pubblicando un post su Facebook: "Sostengo fermamente la battaglia per mettere fine alla pratica brutale adottata nel carnevale di Sedilo dove alcune galline, dopo essere state uccise, vengono appese a una corda a testa in giù per permettere ad alcuni uomini a cavallo di decapitarle mentre passano al di sotto della corda. Ho chiesto al sindaco di Sedilo e al Prefetto di Oristano che vengano sostituiti gli animali con pupazzi".
L'evento non è stato sospeso
Nonostante la levata di scudi, l'evento si è tenuto regolarmente, come rilevato dallo stesso attivista siciliano, che ha pubblicato alcune foto degli spettatori lungo il percorso accompagnate dalla seguente didascalia: "Sedilo: decine di Carabinieri, pagati da tutti noi, impiegati a presidiare la festicciola di paese dove si colpiscono e decapitano gli animali, affinché tutto si svolga nel miglior modo possibile, nel nome della tradizione e della civiltà. I criminali? Possono aspettare".
E ancora: "L’On. Alessandro Caramiello mi ha appena telefonato per informarmi che a Sedilo hanno ugualmente fatto la vergognosa festa carnevalesca con gli animali morti decapitati dai cavalieri. Il Prefetto, quindi, ha ritenuto opportuno non intervenire nonostante la mia diffida e l’intervento di ben sei parlamentari che ne chiedevano la sospensione. Nelle prossime ore mi confronterò con i vari Deputati che si sono interessati della vicenda e sulle azioni da intraprendere. Ho già comunicato al parlamentare Caramiello la mia ferma intenzione di sottoporre il comportamento del Prefetto di Oristano alla Procura della Repubblica". Migliaia di commenti di utenti indignati e scandalizzati che condannano la tradizione sedilese hanno accompagnato i post.
Sindaco di Sedilo: "Un tradizione di 250 anni"
Le autorità locali difendono la legittimità de "Sa cursa a su puddu" e il sindaco di Sedilo, Salvatore Pes, intervistato da Sardegna Live, si dice sereno e consapevole di aver agito nel pieno della legalità e nel rispetto della normativa europea che disciplina l’impiego di animali abbattuti per le manifestazioni storiche.
"La corsa in questione ha una storia di almeno 250 anni - racconta il primo cittadino a Sardegna Live -. Prima le galline facevano parte della vita e dell'economia di ogni famiglia. Razzolavano nell'aia e, quando qualche esemplare disturbava troppo cantando in ore in opportune, magari di sera o di notte, si pensava che portasse sfortuna ed era visto come segno di malaugurio. Per questo, con l'arrivo del carnevale, venivano "punite" appendendole a un cavo sul quale i cavalieri in corsa dovevano sacrificarle staccando loro la testa. Poi finivano in pentola per la cena comunitaria".
"Manifestazioni analoghe in Italia e in Europa"
"Oggi la tradizione è leggermente cambiata - aggiunge Pes -, adeguandosi alle norme in materia di tutela degli animali. Da anni, ormai, non si esercita nessuna violenza sui polli che vengono appesi al cavo già morti e non vengono consumati come pasto per motivi igienico-sanitari. Siamo sicuri di aver lavorato nel pieno rispetto delle norme, abbiamo superato le verifiche di ben due commissioni: quella comunale e quella provinciale".
"Ci risulta che manifestazioni analoghe alla nostra esistano in altre parti d'Italia e d'Europa. Durante le fasi organizzative abbiamo studiato la normativa e ci siamo attenuti a quanto prescritto, dunque siamo tranquilli e non ci rispecchiamo nelle definizioni che ci sono state affibbiate dai tanti che hanno criticato sui social. Rispettiamo il parere di chi non la pensa come noi, ma procediamo per la nostra strada".
"Disposti al confronto con tutti"
In merito alla polemica per il dispiegamento di forze dell'ordine lungo la pista, Pes precisa: "Il prefetto ha rafforzato le misure d'ordine e di sicurezza per evitare rappresaglie di eventuali contestatori, affinché la manifestazione si potesse svolgere regolarmente".
Alla provocazione sull'opportunità di invitare gli attivisti che hanno contestato l'evento per un confronto, il sindaco risponde con assoluta serenità: "Siamo aperti al dialogo con tutti e accogliamo chiunque, sanno benissimo dove è Sedilo e ci conoscono. Sono liberissimi di venire quando vogliono, siamo abituati a confrontarci con chi la pensa diversamente da noi. Anche in paese, probabilmente, c'è qualcuno che non è favorevole alla manifestazione, ma non è un problema: sono normali dinamiche all'interno di una comunità di persone".