Il presidente della Regione, Christian Solinas, ha risposto stamattina, nel corso dell’udienza delle Sezioni riunite della Corte dei Conti della Sardegna per il giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione, agli appunti fatti durante le requisitorie dei magistrati della Corte dei conti: “Tutti gli indicatori sono positivi e questo certifica che il bilancio è sano, solido, che abbiamo amministrato con lo spirito dei buoni padri di famiglia. Dobbiamo cercare di accelerare il tempo che separa la decisione politica di stanziare le risorse con l’attuazione burocratica della spesa effettiva di queste risorse. Su questi temi vogliamo impegnarci perché i cittadini possano percepire immediatamente tutti gli effetti positivi del bilancio regionale”.

Il giudizio della Corte è stato positivo, ma con diversi appunti e in qualche caso vere e proprie bacchettate all'amministrazione, appunto, come sull'avanzo di cassa e i debiti fuori bilancio.

Abbiamo voluto intraprendere – ha aggiunto il presidente Solinas – anche una politica prudente dal punto di vista delle previsioni di entrata, soprattutto con riferimento alla spesso macchinosa produzione normativa di livello statale, che dà certezza rispetto alle entrate della nostra Regione spesso con tempi disallineati a quelli di una corretta gestione del ciclo della programmazione. Mi rendo conto che questa prudenza generi poi, in termini di indicatori, una scarsa capacità previsionale nel momento in cui c’è uno scostamento abbastanza evidente tra le previsioni iniziali e le previsioni finali. Questo è stato determinato, fortunatamente nel corso dell'anno, per larga parte dal sopraggiungere di nuove entrate maggiori e soprattutto, per quanto riguarda la spesa, dall’andamento della produzione normativa del Consiglio regionale”.

Molto spesso – ha proseguito il Presidente – la macchina amministrativa ha dovuto gestire una serie di produzioni normative che sono arrivate alla fine di ogni esercizio finanziario, prevedendo nuove spese, e questo ha determinato necessariamente, in molti casi, l’impossibilità di andare a liquidare le somme previste entro l’esercizio finanziario e quindi trascinare il residuo nell'esercizio successivo, tant'è che, come la Corte ha molto opportunamente segnalato, già l’esercizio 2023 ha visto una serie di pagamenti in conto residui piuttosto importanti, che sono dovuti proprio al recupero delle previsioni dell’anno precedente”.

Sul tema del personale nella pubblica amministrazione, ha evidenziato il presidente Solinas, “veniamo da tanti anni di mancata copertura del turn over. Le dotazioni organiche si sono progressivamente contratte, a partire dai ruoli della dirigenza per arrivare ai ruoli non dirigenziali. Personalmente ho chiesto con forza che si ritornasse ai concorsi pubblici come via maestra per l’assunzione all'interno della pubblica amministrazione e ho cercato di avviare in tutti i settori concorsi perché la struttura potesse riprendere a funzionare in maniera fisiologica”.

Purtroppo, ha rimarcato il presidente Solinas, “in questi anni si sono succedute diverse norme che hanno teso invece più alla stabilizzazione di situazioni che si sono consolidate negli anni con degli accessi nell'amministrazione e non attraverso procedure concorsuali ordinarie. E queste sono state comunque attuate a seguito di approvazione di leggi specifiche da parte del Consiglio regionale, spesso e volentieri con emendamenti che non provenivano da disegni di legge della Giunta regionale”.

Sotto il profilo della spesa sanitaria – ha detto ancora il Presidente – sono appostati sulla misura della salute dei cittadini oltre 4 miliardi di euro. Questo da un lato significa un particolare impegno da parte della Regione per cercare di migliorare tutti gli indicatori e le performance sul servizio sanitario davanti a una fotografia di una Regione che spesso e volentieri mal si presta, per le sue peculiarità, a una standardizzazione dei costi. La Sardegna ha 24.000 chilometri quadrati di estensione, una popolazione di 1.600.000 abitanti esplosa su un territorio orograficamente complesso che determina l’esigenza di garantire punti di accesso al servizio sanitario molto articolati sul territorio. Questo modello chiaramente non è standardizzato e determina necessariamente non solo dei costi superiori ma degli accorgimenti maggiori, ed entra in sofferenza maggiore nel momento in cui il personale sanitario è diventato particolarmente carente su tutto il territorio nazionale”.

Dal punto di vista dell'assetto complessivo della macchina regionale – ha poi concluso il presidente Solinas – stiamo per dare attuazione all'istituzione dei Dipartimenti. Anche in questo caso facciamo i conti con una dotazione organica non sufficientemente estesa. E quindi, oltre la istituzione dei dipartimenti, dovremo fare una rivisitazione complessiva delle direzioni dei servizi, in maniera tale che ci sia una nuova struttura regionale, finalmente verticalizzata, che con la Segreteria generale, i tre Dipartimenti per le politiche trasversali e le Direzioni generali possa dare nuovo impulso alle politiche”.