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Case in granito, orti e frutteti ovunque. Tutto intorno la campagna silenziosa. Lollove, il piccolo borgo a dodici chilometri da Nuoro è un luogo dal dnamarcato, impresso in ognuna delle stradine che si inerpicano fino alla chiesa di Santa Maria Maddalena capace di dominare dall'alto la vallata. L' invasione pacifica di visitatori ha interrotto per due giorni la calma quasi irreale di questo centro incantato.
Ieri e sabato migliaia di persone in occasione della tappa di Autunno in Barbagia hanno riscoperto atmosfere antiche, arti e mestieri, ma soprattutto la quiete di un centro che conserva ancora la sua anima originaria. Una ventina i residenti (alla fine degli anni Cinquanta erano circa seicento), anche se sono sette le persone che qui vivono tutto l'anno. Francesco Gusai con suo fratello Bobore alleva capre, pecore e maiali. Durante la due giorni di festa hanno mostrato come si prepara il formaggio e servito piatti succulenti ai visitatori. «Non mi sono mai mosso da qua. Per andare poi dove», dice il pastore, «questo è il mio mondo e qui sono le mie origini. Siamo rimasti in pochi ma buoni». In via Nino Bixio ha acquistato e ristrutturato una delle case più antiche del borgo, l'unica con un'antenna satellitare, Raffaella Congiu, che espone le sue creazioni: tegole dipinte e sculture di stoffa. «Veniamo il fine settimana - dice la donna - ma l'obiettivo è quello di stabilirci qui. Mio nonno era di Lollove. Stiamo attrezzando la casa per godere di questa atmosfera unica senza rinunciare ai vantaggi della tecnologia».
Anna Maria Cicalò, responsabile del reparto di Diabetologia dell'ospedale Zonchello, si è infatuata di Lollove 35 anni fa, quando ha acquistato e restaurato una bella abitazione, meta di tantissime persone. Qui ha ospitato i gufi portafortuna realizzati in feltro, lana e pasta di riso di Pierina Dettori e Lucia e Laura Saiu, ma anche i gioielli sardi realizzati con materiali di riciclo da Lina Schintu. «È un borgo meraviglioso - dicono le espositrici - la gente è davvero entusiasta nel vivere seppure per poco questa atmosfera unica». Mariangela Pirina è arrivata da Baja Sardinia. «Per me è la prima volta», racconta. «Abbiamo scoperto un pezzo di Sardegna che ci mancava».