Con la crescita dell'ondata dei contagi da Covid-19 e il conseguente incremento del numero dei pazienti in isolamento curati a casa, è aumentata anche la richiesta di bombole di ossigeno per il trattamento degli effetti di patologie respiratorie legate al virus. "La situazione è sotto controllo e la monitoriamo quasi giornalmente", afferma all'Ansa il presidente di Federfarma Giorgio Congiu.

"I distributori stanno facendo un grande lavoro e noi e la Regione stiamo verificando l'andamento - spiega -. Qualche difficoltà viene riscontrata solo nel nord, tra Sassari e Olbia e, in questo caso, sta intervenendo la Regione con una task force ad hoc. Negli altri territori dell'Isola, invece, la situazione è abbastanza tranquilla e non ci sono problemi, anche perché tra febbraio e marzo, quando è scoppiata l'epidemia, l'azienda distributrice per il sud Sardegna ha aumentato le scorte".

Secondo i dati dell'associazione delle farmacie sarde le bombole nell'Isola sono sufficienti, al netto di alcuni problemi riscontrati talvolta nei trasporti. "Ma vogliamo lanciare un appello ai cittadini - sottolinea Congiu - perché, proprio in questo momento, riportino nelle farmacie i 'vuoti' inutilizzati nelle case, che possono essere utili a chi oggi ha bisogno di ossigenoterapia".

Nel frattempo, secondo quanto appreso dall'associazione dei farmacisti, la Regione starebbe prendendo in considerazione la possibilità di usufruire, oltre che delle normali bombole di ossigeno allo stato gassoso (in due formati: da 1500 litri e 3mila litri) anche di quelle con ossigeno liquido, che arrivano a contenere sotto pressione molti più litri di prodotto.