Paura, prudenza, regole. Ma le nuove direttive del Dpcm del Governo Conte danno una forte mazzata ai gestori di locali, bar e ristoranti, increduli, spaesati, amareggiati: lo stop alla mezzanotte, ma non solo, non solo rappresentano un freno, ma un danno enorme.

Emanuele Frongia, di Fipe ConfCommercio Sud Sardegna, si lascia andare ad un forte sfogo che racchiude le forti preoccupazioni di un intero settore, già perennemente gravato dal primo e storico lockdown dei mesi scorsi: “Non sono abituato a scrivere post dove mi lamento e forse quello di oggi non è neanche uno sfogo ma solo una riflessione, che ovviamente condivido un pò con chi ha piacere di leggerla. Oggi a mezzanotte chiudiamo – scrive Frongia - un pò come Cenerentola, alle 24, dovremmo correre giu dalle scale ricordandoci che tutto si sta trasformando e non saremo più un attività lavorativa, un’impresa, ma ci trasformeremo in una Zucca. Oggi per me essere una Zucca ha tanto significato. E' stato detto che non possiamo privarci del lavoro e dello studio ma con responsabilità dobbiamo limitare i nostri divertimenti. Questo posso accettarlo si, ma non posso accettare che dalle 24 in poi smetto di essere impresa e divento un gioco, perchè per me e i miei soci non è un gioco anzi per alcuni di noi è portare da mangiare a casa ai propri figli. Non posso accettare che per mesi con serietà e privazioni abbiamo cercato di rispettare quasi alla lettera ogni tipo di protocollo e dico quasi – prosegue Emanuele Frongia - perchè dopo tutto quello che abbiamo dovuto studiare e mettere in pratica non ricordo più se sono un ristoratore o un ingegnere. Non posso accettare che mi venga detto di aiutare la salute pubblica e di chiudere quando ci sono fuori aziende che lucrano di questa situazione in barba ad ogni tipo di discorso di Etica o rispetto. Non posso accettare perchè abbiamo dato il nostro meglio e come sempre è più facile chiudere, tagliare, mandare via o cancellare direttamente un problema rispetto ad un discorso condiviso e costruito che riesca davvero a fare la differenza. Punizione arbitro fischia 30 giorni negli spogliatoi. E a me il calcio non entusiasma. Che dire in più. Posso solo dire che la festa a Castello non era neanche figa me ne torno ad essere una Zucca insieme ai topi, tenetevi la scarpa, noi corriamo bene anche senza” – ha concluso Frongia.