Sono 44 i progetti finanziati contro i 72 del 2019. Oltre alle disposizioni del nuovo DPCM, anche la mannaia del comune si abbatte sulle attività che hanno animato la città negli anni scorsi, rendendo il capoluogo sardo centro di riferimento per l'arte, il cinema, il teatro, la musica, i libri e la valorizzazione dei beni culturali. Le attività si ridurranno del 40%: tanti operatori hanno preferito spostare gli eventi in altri comuni o hanno rinunciato in partenza al contributo. 

È notizia di qualche giorno fa la decisione di Carovana Smi che, pur avendo ottenuto il massimo punteggio nel bando nazionale del Ministero per i Beni culturali, a Cagliari è stata valutata 'non idoneo' e ha così deciso di spostare la residenza artistica "Officin&Ideali" da Cagliari a San Sperate. 

Un disastro annunciato: "Con le modifiche al regolamento per i contributi volute dalla Giunta Truzzu e l'inserimento di nuovi criteri con cui valutare le domande – sottolineano Francesca Mulas Francesca Ghirra, consigliere dei Progressisti componenti della Commissione consiliare Cultura – avevamo previsto che sarebbe stato difficile garantire ampia partecipazione e assegnare budget adeguati ai progetti culturali, dai grandi eventi alle piccole realtà. È esattamente quello che è successo: su 734 mila euro previsti dal Comune per le attività culturali nel 2020 con i nuovi criteri ne sono stati assegnati solo 400 mila. Manca ancora la ripartizione delle somme per gli eventi di grande rilievo per la città, ma è certo che gli 80 mila euro stanziati non basteranno per i 21 idonei. Inoltre 67 richieste, tra cui diversi progetti che si svolgono in città da anni, sono state giudicate dalla commissione 'non idonee' o 'idonee ma non beneficiarie' e dunque allo stato attuale escluse dal contributo". 

Mulas e Ghirra chiedono di ridistribuire subito i circa 340 mila euro che avanzano tra gli idonei non beneficiari e i progetti approvati, come già prevede il regolamento; prorogare il termine ultimo per la chiusura degli eventi almeno al 31 marzo 2021, e non più al 31 dicembre 2020, e valutare la possibilità di rimodulare calendari e progetti, anche in base all'evoluzione dell'emergenza sanitaria e delle chiusure di cinema e teatri almeno sino al 24 novembre.

I dubbi delle esponenti dell'opposizione sono tanti: "Perché così tante realtà culturali, che da anni organizzavano eventi a Cagliari con il sostegno comunale, oggi non sono più ritenute idonee? L'amministrazione si rende conto di quale grave danno questa gestione porterà alla città, con spettacoli e attività dimezzate o allontanate in altri comuni? Quale sarà, insomma, il futuro della cultura a Cagliari?".

"Dispiace – concludono le consigliere - che un'assessora alla Cultura, che non conosce la realtà cittadina e non è in grado di programmare e ripartire le risorse in maniera adeguata, definisca 'polemiche fuori luogo' le osservazioni di operatori che da anni lavorano in città e oggi sono stati esclusi dalla programmazione culturale: un segno di mancanza di sensibilità verso un settore già stremato dalla crisi economica e dall'emergenza sanitaria, e che oggi si trova anche a fare i conti con la superficialità e il pressapochismo della giunta cagliaritana."