In piazza, a Sassari, davanti alla Prefettura, per vedere riconosciuti i loro diritti. Poi, una delegazione del sindacato, ha voluto mettere nero su bianco le rivendicazioni portate avanti tra il personale infermieristico, soprattutto in questo periodo di grande emergenza dovuta alla pandemia.

Intanto, come precisato dal Nursing Up Sardegna, prosegue lo stato di agitazione degli infermieri e di tutto il personale sanitario non medico, con una richiesta di intervento sollecitato a più riprese anche al Governo: “Abbiamo scritto anche al Prefetto di Sassari – dice Diego Murracino, Nursing Up Sardegna – informandolo del tentativo di dialogare da lungo tempo con i rappresentanti del Governo e con le Regioni al fine di dare idonee soluzioni al ventaglio di problematiche ed alle correlate richieste dei professionisti dell’area infermieristica e degli altri operatori sanitari dipendenti dalle Aziende Sanitarie. In data 15 ottobre 2020 migliaia di infermieri italiani hanno manifestato a Roma ed il successivo 2 di novembre sono stati costretti a scioperare per 24 ore. Nonostante queste azioni – afferma il sindacalista - solo da parte del Ministro della Salute è arrivato un timido segnale di valorizzazione della nostra professione attraverso il riconoscimento di una indennità professionale che, tuttavia , non essendo sostenuta da adeguati finanziamenti ci lascia profondamente amareggiati e delusi".

"Gentile sig Prefetto - scrive Murracino - ci appelliamo al suo profondo senso di giustizia e di civica responsabilità e le chiediamo di farsi da tramite presso il Governo, nella sua qualità di rappresentante istituzionale, affinchè vengano messe in cantiere azioni risolutive e definitive rispetto alle doglianze oggetto delle nostre richieste. Nell’ambito delle iniziative di sensibilizzazione che stiamo attuando, oggi manifestiamo ricevendo il sostegno di cittadini ed esponenti delle istituzioni. Il nostro intento, signor Prefetto, è di evitare l’acuirsi della lotta sindacale in un periodo delicato come quello attuale, che ci vede impegnati 24 ore su 24 nelle attività di contrasto al Covid 19. Le chiediamo pertanto, di accogliere la nostra richiesta, e di sostenere le nostre istanze attraverso una compiuta ed incisiva attività di sensibilizzazione nei confronti del Governo Italiano. Le chiediamo, in particolare, di intervenire sensibilizzando il Presidente del Consiglio dei Ministri ed il Ministro della Salute, affinché gli stessi adottino finalmente i provvedimenti risolutivi di propria competenza, che sono necessari ed opportuni per dare risposte favorevoli ai nostri desiderata. Si tratta di una lotta che, beninteso, noi siamo determinati a portare avanti anche sino alla proclamazione di ulteriori 48 ore di sciopero nazionale, se fosse necessario, e proprio per questo ci stiamo coordinando con i colleghi operanti nelle altre regioni italiane” – ha concluso Diego Murracino.

Le richieste del sindacato Nursing Up Sardegna

1. Un alveo contrattuale autonomo, con risorse economiche dedicate ed avulse dal resto del comparto, che riconosca peculiarità, competenza e indispensabilità ormai evidenti della categoria infermieristica, che rappresenta oltre il 41% delle forze del Servizio sanitario nazionale e oltre il 61% degli organici delle professioni sanitarie. Analogamente accada per le professioni sanitarie ostetrica e tecniche.
2. Risorse economiche dedicate e sufficienti per il riconoscimento di una indennità professionale infermieristica mensile che, al pari di quella già riconosciuta per altre professioni sanitarie della dirigenza, sia parte del trattamento economico fondamentale e che riconosca e valorizzi sul piano economico le profonde differenze rispetto alle altre professioni, rese ancor più evidenti, da ultimo, proprio dalla pandemia COVID-19.
3. Risorse economiche per il contratto della sanità finalizzate e sufficienti per conferire un’indennità specifica e dignitosa per tutti i professionisti che si occupano ai vari livelli di funzione di assistere pazienti con un rischio infettivo.
4. Individuazione di uno specifico contratto/convenzione  nazionale di lavoro per l’infermiere di famiglia , immediato adeguamento delle dotazioni organiche del personale operante nella generalità dei presidi ospedalieri e sul territorio, calibrato tenendo conto dei reali bisogni dell’assistenza con coevo aggiornamento della programmazione degli accessi universitari posto che , allo stato, mancano più di  90 mila infermieri. Nuove norme in grado di agevolare, concretamente, la mobilità del personale tra gli enti del servizio sanitario nazionale, anche eliminando il “previo placet” al trasferimento dell’ente di appartenenza in caso di disponibilità di posto vacante nell’ente di destinazione.
5. Superamento, per gli infermieri pubblici e per gli altri professionisti non medici, il vincolo di esclusività, riconoscendo loro il medesimo diritto già esistente per il personale medico, di svolgere attività intramoenia, anche per far fronte alla gravissima carenza di personale in cui versano le strutture sociosanitarie, le RSA, le case di riposo, di cura e le strutture residenziali riabilitative.
6. Direttive e risorse economiche finalizzate a sostenere l’aggiornamento professionale dei professionisti sanitari oggetto della presente, riduzione del debito orario settimanale degli stessi (orario di servizio) pari ad almeno 4 ore settimanali, da utilizzare per le attività di aggiornamento, come già avviene per i medici.
7. Direttive e nuove risorse economiche finalizzate all’immediato e stabile riconoscimento degli infermieri specialisti e gli esperti in applicazione della Legge 43/06 e per la valorizzazione economico giuridica della funzione di coordinamento, valorizzazione delle competenze cliniche e gestionali degli interessati;
8. Riconoscimento della malattia professionale e correlato meccanismo di indennizzo in caso di infezione, con o senza esiti temporanei o permanenti.

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