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In questi giorni vi stiamo raccontando diverse esperienze legate al nuovo coronavirus.
Abbiamo dato voce alle persone dimenticate in quarantena e a quelle che attendono l’esito del tampone oltre 48 ore. A chi ha figli a casa perché la classe è stata sottoposta a isolamento, a chi trascorre le ore tentando di rintracciare personale sanitario al telefono o ai liberi professionisti non tutelati.
Oggi, la testimonianza arriva da un importante centro della Provincia di Nuoro.
Ecco il racconto di Michela che, supportata dal suo Luca, ci ha scritto questa lettera:
“La mia odissea...
premetto che credo al virus, che abbia fatto troppi morti e che ci dovremo convivere, ma purtroppo non credo più a tutto il resto: non credo più a tutto quello che raccontano i media, non credo più a tutto quello che ci vogliono fare credere! Credo solo che dopo tutti questi giorni a casa, dal 26 agosto a oggi, la mia malattia sarà l’esaurimento!
Mi hanno portata al punto davvero di avere un crollo emotivo non indifferente per una serie di ragioni, forse banali per molti ma non per me.
Comincia tutto il 13 agosto, mi reco in ospedale di Nuoro per una storta al piede che si rivela molto di più di una banale storta. Appena arrivo la situazione mi sembra subito una catastrofe, gente in fila dalla notte prima tutti ‘buttati’ all’esterno del pronto soccorso. Comincio a far da croce rossina col piede come un pallone per poter dare almeno alle signore anziane dell’acqua e prestare il telefono per poter chiamare i figli ma questo è un altro discorso!
La situazione è peggiore dopo ore che riesco a far l’accettazione e entrare in P.S: la sala d’attesa strapiena di barelle con persone che stanno davvero male, le sedie? nemmeno una libera e le persone continuavano ad entrare! io che mi sposto in continuazione per non avvicinarmi a nessuno perché ho avuto davvero paura di prender il virus, anche perché sono incinta!
Chi mi conosce sa quanto ho rispettato le regole non mettendo naso fuori di casa per un bel po’ di settimane, mesi…comunque dal giorno inizia la preoccupazione di essermi davvero presa il virus in ospedale. Colgo la palla al balzo vista la situazione creata nel mio paese e riesco a far fare il tampone a me e tutta la mia famiglia dopo 10 giorni. Io e Luca risultiamo positivi, fortunatamente tutti i nostri contatti no e nemmeno nostre figlie. Nessuno... questo virus dove posso averlo preso se non li? dal giorno inizia la guerra dei tamponi! L’igiene pubblica non risponde, la direzione sanitaria non risponde, Usca non ha i nostri tamponi! Il 24 agosto quando venne fatta la prima e unica telefonata dall’Ats di Cagliari dichiaro di esser incinta di 5 mesi, di aver problemi ai reni e che il mese prima avevo avuto l’ultimo intervento, e che mia figlia aveva un defic di immunoglobuline. Per fortuna stiamo bene, nessun sintomo e giorni passano cosi. Senza farci sapere nulla, senza mai una chiamata nemmeno per farci sapere i risultati dei tamponi. se non si conosce qualcuno non si verrà mai a sapere niente! e io devo ringraziare davvero le persone che ci hanno aiutato a sapere, e che ci hanno spiegato come poterci muovere!
Passano i giorni e arrivo al 3 tampone, finalmente negativo! quindi dopo 24 ore avrebbero dovuto ripeterlo, ma passano 5 o 6 giorni prima di veder qualcuno bussare alla porta. Chiamo per sapere i risultati, ma purtroppo mi viene detto che è stata persa pure la cronologia di tutti i tamponi fatti. Panico... io che ricostruisco le date ecc quando bastava un loro colpo di telefono in laboratorio! Morale il tampone risulta ancora una volta positivo!
Ho il covid a settimane alterne!
Perdo la pazienza e chiedo almeno di poter fare un ecografia ai reni e una per vedere se la gravidanza procede bene (inizio il 7° mese) ma niente... nessuno ci tocca!
Mi chiedo in questi casi di chi sia la responsabilità se mi succedesse qualcosa? non ho mai ricevuto una chiamata per sapere come sto, di monitorare nemmeno l’idea! e ancora oggi non ho capito cosa vogliano dire con monitoraggi da casa. Ciò che è successo a tanti ragazzi asintomatici può succedere anche a me? e allora? si muore per negligenza incompetenza e non per Covid! Comunque sono sempre stata ‘positiva’ di carattere e cerco di continuare a esserlo, ma è davvero difficile. Ho fatto ripetere i tamponi alle bambine cosi che possano riprendere a scuola e cosi è stato. Sono andate a stare dalla nonna pur sapendo che ormai io non ho più carica virale ecc, ma nel rispetto degli altri era l’unica cosa giusta e sensata da fare. Mi sono persa i primi giorni di scuola, e il non poterle consolare dato che a loro mancava la mamma e facevano storie per entrare in classe!
5° tampone di nuovo negativo. Non esulto più di tanto (chissà perchè)! passano altri 5 o 6 giorni e viene ripetuto l’altro. Non so ancora il risultato ma dubito vada tutto bene e chissà quando mi faranno sapere!
Dopo 35 giorni, almeno Luca si negativizza e può riprendere a lavoro, lui che lavora con partita I.V.A.
Ora che vi ho annoiato vi faccio un’altra domanda: Ma Nieddu e company dove sono? si fa vivo solo per dire è tutto sotto controllo? ma cerca di autoconvincersi o cosa?
Come possono far credere alle persone che tutto questo sia vero, che il virus esiste se l’organizzazione è questa?
Come ci possono esser malati di serie A o di serie B?
In una settimana chi ha soldi guarisce da una polmonite bilaterale e può riprendere in mano la propria vita! deu 44 disi accorrada in dommu e no deppu sanai mancu de un arresfriori (Io 44 giorni rinchiusa in casa e non posso guarire nemmeno da un raffreddore) cos'è questo??
A voi le conclusioni."