Dignità, sorrisi, femminilità, la gioia di guardarsi allo specchio per sentirsi belle nonostante gli effetti devastanti della malattia, della chemioterapia, dell’alopecia. Questi gli obbiettivi delle volontarie dell’Associazione Charliebrown.

Le malattie non possono e non devono togliere la dignità a nessuno” dice Manuela Ambu, Presidentessa 36enne dell’Associazione, un sorriso disarmante e un cuore enorme, che ai microfoni di Sardegna Live racconta le missioni della sua meravigliosa Associazione.

Purtroppo le conseguenze a livello sociale di alcune malattie sono ben visibili: la perdita dei capelli dà immediatamente una connotazione da persona che non sta bene, non più in salute, e oltre la malattia, gli effetti di commiserazione da parte della gente che li nota e guarda con pietà pesano più di un macigno”.

L’Associazione si occupa di raccogliere capelli veri di chi dona le ciocche e di costruire parrucche per chi non può permettersi di acquistarle, ovviamente senza intascare un solo euro, attraverso una fitta rete sociale creata da Manuela con sua sorella Susy. Una parrucca costa dai 2000 euro per quelle naturali fino ai 750 per quelle sintetiche, molte persone non possono permettersele”.

Ma com’è nato questo progetto? Tutto è cominciato nel 2016, ma quando, nel 2018, la piccola Alice, figlia di una mia cara amica, è morta a pochi anni di vita a causa di un tumore, tragedia che mia ha segnato, abbiamo inserito la dicitura “Alice un Angelo per Capello”. Abbiamo raggiunto il record di 4070 parrucche create in 5 anni grazie ad una fitta e agguerrita rete di parrucchieri da tutta Europa che raccolgono e donano i capelli delle loro clienti. Una volta che ce li spediscono, noi li inviamo a Bologna dove una società si occupa di realizzare le parrucche”.

Tutte sono personalizzate e su misura per le caratteristiche che possiede la donna che fa la richiesta, ma alcune sono personalizzabili e adeguabili a chi poi la riceve in dono.

Ne realizziamo per bambine, ragazzine e donne di ogni età: per tutte è un trauma vedersi senza capelli, tantissime arrivano da noi in lacrime e vanno via contente e noi siamo ripagate da questo, vedere le persone felici grazie a noi non ha prezzo. Anche ad un uomo è stata consegnata una parrucca ed era contentissimo” dice Manuela.

Pure chi in questo momento sta scrivendo l’articolo, a settembre 2019, ha donato con gioia una ciocca di capelli in occasione di un evento organizzato dall’Associazione. I tagli si svolgevano a Iglesias in Piazza Municipio che era gremita di gente e di parrucchieri, tra cui la bravissima Ilenia Vacca, che mi ha tagliato la ciocca e più volte, negli ultimi anni, ha raccolto i capelli delle sue clienti per le donazioni: “Spesso vengono bambine con capelli lunghissimi che vogliono fare un dono d’amore, e io sono sempre felice di contribuire a farne parte, sempre più parrucchieri dovrebbero aderire a queste iniziative, l’Associazione Charliebrown merita di essere conosciuta da tutti” ci dice Ilenia.

Purtroppo, come afferma Manuela, con il Covid le operazioni dell’Associazione sono rallentate, perché non si sta più riuscendo ad organizzare gli eventi, quindi si è corsi ai ripari: visto che le richieste continuano ad essere tantissime, per accontentare tutte si è deciso si realizzare anche parrucche sintetiche di ottima qualità, che stanno addirittura superando per numero quelle naturali per praticità e abbattimento di costi.

I progetti dell’Associazione Charliebrown non si fermano certo qui: “Ci occupiamo di Sport-terapia che consente ai bambini di incontrare i loro idoli del mondo sportivo per realizzare i propri desideri: lo abbiamo fatto con Ronaldo, Di Bala, Ibrahimovic, Icardi, oltre che con tutti i calciatori del Cagliari. Inoltre ci occupiamo di donare pasti ai clochard e del servizio Taxi Amico che consiste nell’accompagnare le donne a fare la chemioterapia e di andare a riprenderle, o anche solo a fare le visite mediche o una semplice passeggiata rigenerativa” ci dice Manuela.

"Sono tanti i rapporti che si vengono a creare attraverso ciò che facciamo, con le persone malate e con le loro famiglie. Sono storie che segnano sempre, quella di Debora (la ragazza in copertina) mi ha colpito tanto. L'avevamo resa felice, ma purtroppo è venuta a mancare un mese dopo il suo matrimonio a 33 anni. Siamo rimasti in splendidi rapporti con la famiglia e con il marito, era e rimarrà una nostra grande testimonial" ci dice Manuela con la voce rotta dalla commozione.