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La centrale energetica BioPower Sardegna, unica rimasta a Ottana, ha il destino segnato: la municipalizzata di Bolzano che detiene l'80 per cento delle quote della centrale, alimentata con l'olio di palma, ha deciso di cederle e di disimpegnarsi dal centro Sardegna.
Ieri pomeriggio i responsabili della società si sono presentati davanti alla fabbrica ma hanno trovato i cancelli sbarrati dai lavoratori che hanno chiesto spiegazioni.
"La notizia di una possibile chiusura, che abbiamo appreso nei giorni scorsi per mezzo di un quotidiano locale del Trentino Alto Adige - ha spiegato Roberto Olivas, Rsu della fabbrica - ci è stata in qualche modo confermata oggi dalla proprietà. L'azienda non ci ha detto che vuole spegnere i motori e mandare in strada gli operai, ma che vuole cedere le proprie quote entro gennaio 2018. La cosa ci preoccupa non poco, perché se non si trova un acquirente, ad andare in strada non saranno solo i 20 lavoratori, tra operai e tecnici di Ottana Energia attualmente impiegati nella centrale, ma si rischia la chiusura definitiva dell'industria chimica ad Ottana".
Il fermo della centrale si aggiungerebbe a quello degli impianti di Ottana Polimeri, chiusi tre anni fa, e alla fermata di Ottana Energia, avvenuta 17 mesi fa poiché Terna non ha rinnovato il contratto di essenzialità. "Si rischia il deserto- hanno scritto in un comunicato le Rsu della fabbrica - per questo facciamo un appello alle istituzioni regionali, ai sindacati e all'azienda, affinché chiariscano le loro posizioni su Ottana. Intanto noi ci riserviamo di mettere in atto ulteriori forme di lotta proporzionate alla criticità della situazione".