Non c'è alcuna certezza su quello che sarà l'esito di quello che è già stato ribattezzato il "D-Day", il giorno di Draghi. Il premier, infatti, mercoledì si presenterà alle Camere dove i partiti sono in fibrillazione.

Il Movimento 5 Stelle (che torna a riunirsi in conclave nel pomeriggio di oggi, 18 luglio) sembra vicino a una nuova scissione tra "contiani" e "governisti". Il centrodestra, invece, continua a ventilare l'ipotesi del voto la.

Draghi, domani, parlerà prima in Senato. È quanto hanno concordato il presidente di Palazzo Madama, Elisabetta Casellati e il presidente della Camera, Roberto Fico, seguendo la prassi che prevede come le comunicazioni del premier vengono rese nel ramo del Parlamento dove il governo ha ottenuto la prima volta la fiducia e dove si sono manifestate le condizioni che hanno portato all'apertura della crisi.

A Montecitorio, questa mattina, durante la Capigruppo, M5S e Pd, avevano chiesto che Draghi si recasse in primo luogo a Montecitorio, dove si sarebbero manifestati i primi segnali di crisi per la decisione del Movimento 5 Stelle di non partecipare alla votazione finale sul Dl Aiuti. La richiesta ha trovato però l'opposizione del centrodestra.