"In questa situazione non c'è governo e non c'è Regione. Siamo tutti insieme e veramente abbiamo le carte che dicono delle cose molto precise. E oggi ovviamente parleremo di come farle cantare queste carte, visto che queste carte parlano per esempio del fatto che i forni non si possano utilizzare senza l'impianto di lavorazione allo zinco, parlano di una autorizzazione definitiva che prevede in caso di dismissione un anno per quanto riguarda l'accettazione delle autorità competenti".

Sono le dichiarazioni della presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, davanti alla Portovesme srl, di fronte al cui stabilimento è in corso durante la mattina di oggi un presidio dei lavoratori della multinazionale controllata dalla Glencore, dopo che l'azienda, lo scorso 20 dicembre, ha annunciato lo stop anticipato della produzione della linea zinco.

"In questa situazione non c'è governo e non c'è Regione. Siamo tutti insieme e veramente abbiamo le carte che dicono delle cose molto precise - ha detto ancora la governatrice -. E oggi ovviamente parleremo di come farle cantare queste carte, visto che queste carte parlano per esempio del fatto che i forni non si possano utilizzare senza l'impianto di lavorazione allo zinco, parlano di una autorizzazione definitiva che prevede in caso di dismissione un anno per quanto riguarda l'accettazione delle autorità competenti".

Il sit-in è stato convocato dai sindacati nel giorno in cui arriveranno a Portovesme, nel Sulcis, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, la ministra del Lavoro Marina Calderone, la sottosegretaria al Mimit Fausta Bergamotto, la presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde, l'assessore all'Industria Emanuele Cani e il presidente del Consiglio regionale Piero Comandini.

"Chi paga il prezzo più alto dello stop alla Portovesme srl sono i lavoratori degli appalti, circa 500. Per questo occorre trovare un ammortizzatore sociale adatto per questi operai", è l'allarme lanciato durante il presidio.

"Gli incontri che stiamo facendo con l'assessorato al lavoro, con Confindustria servono per non lasciare nessuno a casa - ribadisce - Noi dobbiamo trovare uno strumento che permetta di cercare di coprire tutti. Non è facile, ma è quello che dobbiamo fare. Non possiamo lasciare un padre o una madre senza un ammortizzatore. Per noi è indispensabile trovare questo strumento, ma la cosa che a noi preoccupa è il lavoro - osserva - questo stabilimento deve continuare a produrre zinco, con o senza Glencore, perché non può essere che per anni per anni hanno utilizzato questo sito industriale e oggi decidono di liquidare i lavoratori e l'intero territorio, non va permesso assolutamente".

Al 31 dicembre circa 270 lavoratori avranno terminato sia la cassa integrazione ordinaria che la straordinaria, quindi serve una deroga. Gli incontri che stiamo facendo con l'assessorato lavoro è per trovare delle soluzioni, altrimenti si parlerà di licenziamenti e credo che sarà un disastro sociale per l'intero territorio che sta già pagando un prezzo alto".

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