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La commissione Sanità, presieduta da Antonio Mario Mundula (Fdi) ha approvato, con l’astensione dell’opposizione, la delibere di Giunta riguardanti i requisiti delle strutture per le cure domiciliari (P/220), le linee di indirizzo per l’assegnazione delle risorse dei fondi “non autosufficienza” e “ritornare a casa” (P/223 e 224) e la ripartizione del fondo indistinto del Ssr fra le aziende sanitarie (P/225).
Subito dopo, rispondendo alle domande formulate da tutti i commissari (sia di maggioranza che di minoranza), il nuovo assessore Carlo Doria ha illustrato in sintesi la situazione della sanità sarda. In primo luogo, Doria ha auspicato che il servizio sanitario regionale agisca sempre più come un “sistema” efficiente, dalle stabilizzazioni ai concorsi alla formazione.
“La rete ospedaliera - ha proseguito il neo assessore alla Sanità - presenta una serie di problemi che vanno affrontati e risolti, per raggiungere l’obiettivo strategico di una sanità vicina ai territori ed alle persone. Da questo punto di vista - ha osservato - una revisione è necessaria ed occorre renderla più aderente agli atti aziendali. Ed è chiaro che alcuni di questi dovranno essere rivisitati - ha precisato Doria - con una buona dose di realismo; sappiamo che la situazione della nostra sanità non potrà che migliorare gradualmente e quindi dobbiamo ottimizzare le risorse che abbiamo, garantendo il massimo della qualità e della sicurezza”.
Soffermandosi poi sul Mater Olbia, secondo l’assessore si tratta di “una struttura importante e di qualità che deve però “avvicinarsi” alla Sardegna ed alla domanda di salute dei sardi, puntando sulla riduzione della mobilità passiva ma avviando attività davvero utili alla comunità regionale, nella stagione estiva e non solo, impegnandosi in alcune attività “di servizio” come ad esempio emorragie cerebrali traumatiche o fratture e proponendosi come “hub” per la cura ed il trattamento di determinate patologie”.
Toccando il tema delle liste d’attesa, l’assessore ha sostenuto che “non si tratta tanto di risorse quando di definire con precisione l’offerta, attraverso una mappatura (già in corso) delle capacità di ogni struttura, al termine della quale potrà essere definito uno standard quantitativo e qualitativo delle prestazioni da fornire all’utenza in tempi ragionevoli”.