Il 13 novembre è stato riscontrato al nuraghe Alvu di Pozzomaggiore, il cedimento di alcune parti di muratura della torre centrale. Come si legge nel comunicato congiunto della Soprintendenza Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Sassari e Nuoro e dell’Amministrazione comunale di Pozzomaggiore, il crollo sarebbe dovuto a causa delle intense piogge dei mesi scorsi e ha riguardato «Un settore in cui il paramento murario era fortemente lacunoso nelle parti più elevate».

Come rimarcato nella stessa nota, il Comune guidato dal Sindaco Mariano Soro, dopo un tempestivo contatto con la Soprintendenza, ha deciso di adottare le misure necessarie per garantire l’incolumità. Inoltre sono in corso le verifiche tecniche urgenti per l'adozione dei provvedimenti necessari.

«Il nuraghe, inserito in un contesto archeologico di particolare interesse, è inserito in un pregevole contesto paesaggistico. 

«A tale scopo – prosegue il comunicato – è stato realizzato tra il 2006 e il 2007 un primo progetto finanziato con fondi P.I.T. SS 02, Bando 2001, a favore del Comune di Pozzomaggiore, con direzione scientifica della Soprintendenza. Lo scavo archeologico si è concentrato all’interno della torre principale e nell’area dell'ingresso, rivelando l’intera planimetria, con il cortile e altre due torri laterali, ed una complessa successione di fasi storiche: nuragica, fenicio-punica, romana, fino agli utilizzi in età moderna e contemporanea».

Nel corso del restauro era stata ripristinata la parte della muratura della torre principale, realizzata riutilizzando i blocchi originali recuperati sul posto, solo in minima parte interessata dal crollo attuale. Inoltre l'area era stata dotata anche di un  parcheggio interno, di una struttura ricettiva e di un percorso di visita.

«Successivamente ai lavori il nuraghe è stato oggetto di interventi occasionali di diserbo e pulizia e di alcune aperture straordinarie. In vista dell'affidamento della gestione e consapevole della necessità di completare il restauro del monumento, la Soprintendenza ha chiesto ulteriori risorse economiche negli anni successivi, sia al MiBAC, sia, a partire dal 2017, nell'ambito del Piano  regionale straordinario di scavi archeologici e di interventi di valorizzazione dei beni culturali. La proposta è stata accolta per l'annualità 2018, per un importo di 100.000,00 euro. I fondi –concludono – saranno gestiti dal Comune e, visto il danno verificatosi, pur non essendo certamente sufficienti, saranno utilizzati prioritariamente per la messa in sicurezza e il restauro del monumento».