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++ Giovani uccisi in Sardegna: ergastolo per ventiduenne ++ Condannato Cubeddu dopo tre giorni di camera di consiglio (ANSA) - NUORO, 20 OTT - Ergastolo per Alberto Cubeddu, il 22eenne di Ozieri (Sassari) accusato degli omicidi di Gianluca Monni e Stefano Masala avvenuti tra il 7 e l'8 maggio 2015. E' la sentenza appena pronunciata dalla Corte D'Assise di Nuoro al termine di quasi tre giorni di camera di Consiglio e dopo un processo durato un anno e tre mesi. Quella di Cubeddu è la seconda condanna che arriva per il duplice omicidio, dopo quella di Paolo Enrico Pinna, cugino dell'imputato, e minorenne all'epoca dei fatti, condannato a 20 anni in due gradi di giudizio. (ANSA).
La Corte d'assise d'appello di Sassari ha confermato la condanna all'ergastolo per gli omicidi di Gianluca Monni, 18enne di Orune, e Stefano Masala, 27 anni di Nule, risalenti al 2015. Sul banco degli imputati Alberto Cubeddu, 25enne di Ozieri.
Cubeddu si è sempre professato innocente. E mentre la polizia penitenziaria lo porta via dall'aula dove ha ascoltato impassibile la conferma della condanna inflittagli già nel 2018 dalla Corte d'assise di Nuoro, si rivolge a Marco Masala, padre di Stefano: "Lo sai che non sono stato io". "Assassino, i soldi non ci interessano, vogliamo il corpo di Stefano", hanno urlato i parenti di Masala provocando nell'imputato quell'ultimo, disperato tentativo di uscire dall'aula a testa alta: "Non sono stato io".
Già in mattinata, Cubeddu aveva affidato una missiva ai suoi legali, Patrizio Rovelli e Mattia Doneddu. Quattro pagine in stampatello maiuscolo, delle quali aveva chiesto la pubblicazione. L'imputato si rivolge ai giudici: "Se mi assolverete, avrete la coscienza a posto. Al contrario, sarete protagonisti di un'ingiustizia". E ancora: "Sono la terza vittima di questa storia, la mia unica colpa è essere cugino di qualcuno", scrive riferendosi ad Enrico Pinna, minorenne all'epoca dei fatti e già condannato a vent'anni in via definitiva per il duplice omicidio. "Sono innocente, molta gente si è prodigata per provare il falso. Condannarmi è uno sbaglio clamoroso, sono rimasto incastrato in un meccanismo infernale, mi hanno rovinato la vita". E conclude: "Non sono in debito con la giustizia, lo è la giustizia con me".
I difensori intendono rivolgersi ora alla Cassazione. Nel frattempo, l'ultimo verdetto, ha accolto le richieste del procuratore generale Paolo De Falco e dei legali delle famiglie delle vittime. Confermati anche i risarcimenti: 50mila euro ciascuno per i tre fratelli e per il padre di Masala, 50mila euro a testa per i genitori e il fratello di Monni, 20mila euro per la fidanzata di Gianluca e altrettanti per uno zio di Masala, Francesco Dore.