Alberto Cubeddu ha querelato alcuni carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Nuoro, coinvolti nell'inchiesta che ha portato alla sua incriminazione e successiva condanna all'ergastolo per gli omicidi di Stefano Masala e Gianluca Monni.

Pochi giorni fa la sorella Gabriella aveva pubblicato su Facebook l'audio di un'intercettazione di Alessandro Taras, il super testimone che aveva puntato il dito contro Cubeddu, che raccontava di aver subito pressioni dai carabinieri durante un interrogatorio.

Così il 25enne di Ozieri parla oggi delle "condotte finalizzate a indurre Alessandro Taras a modificare le sue prime dichiarazioni, le intimidazioni e le pressioni poste in essere dai carabinieri" sul medesimo testimone.

"Taras - sostiene il condannato - è stato spinto ad accusarmi della distruzione dell'auto utilizzata a Orune l'8 maggio 2015 in occasione dell'omicidio di Gianluca Monni".

Cubeddu punta il dito anche contro la famiglia Masala: "Dal 2 marzo 2016 ha avuto inizio un vero e proprio assedio ad Alessandro Taras da parte della famiglia dello scomparso Stefano Masala. E' evidente che il testimone sia stato gravemente minacciato e posto nelle condizioni di temere per la propria incolumità dalla famiglia Masala".