PHOTO
“La comunità e il territorio hanno subìto un’immensa tragedia, un disastro senza precedenti. Il fuoco è arrivato nel nostro comune nel giro di poche ore ha attraversato il Montiferru e raggiunto le case del paese su più fronti”. Inizia così il racconto del sindaco di Cuglieri Gianni Panichi.Il fuoco, nel suo paese, non ha risparmiato alberi, macchia mediterranea, aziende agricole, capannoni artigianali, le case in paese e l’olivastro secolare, simbolo di Cuglieri ed esempio di archeologia botanica non solo per la Sardegna, è stato distrutto dalle fiamme.
“Per quanto concerne gli aiuti provenienti da tutta la Sardegna – fa sapere il sindaco - generi di prima necessità e altro, vengono coordinati dall’Amministrazione e il centro di raccolta, al momento, è la caserma dei VVFF di Cuglieri. È importante l’utilizzo giusto delle risorse ed evitare gli sprechi, in questo momento è necessario supportare con cibo e acqua le squadre che sono impegnate nello spegnimento degli incendi, e le persone evacuate, quindi gli sforzi sono soprattutto in questa direzione, ci si può rivolgere all’Amministrazione Comunale al numero 3287284176”.
Invece "Per ciò che riguarda il sostegno alle aziende in termini di alimenti per gli animali e altro il riferimento è il comandante dei Barracelli di Cuglieri al numero 3392894195"
Il racconto dell’inferno di fuoco. “L’allerta è iniziata alle ore 17:30, ora in cui le fiamme risalendo da Badde Urbara raggiungevano la Madonnina – dice il sindaco -. In comune era già stato predisposto il Centro Operativo Comunale, si organizzavano ed inviavano sulla strada del monte oltre la madonnina, le prime squadre della compagnia Barracellare di Cuglieri che insieme ad altre compagnie Barracellari presenti sul posto in supporto a Santu Lussurgiu iniziavano a spegnere il fuoco che arrivava”.
“Alle ore 20 si allertava la protezione civile regionale, la CRI comitato di Bosa e si predisponevano le squadre di soccorso sanitario, si cercavano dei pulmini per l’evacuazione delle persone – scrive il sindaco in un lungo resoconto, dettagliato ora per ora -. Alle ore 21 le fiamme lambivano le case del paese su diversi fronti, si iniziavano le opere di evacuazione delle persone, volontari cercavano di arginare il fuoco, con l’aiuto delle prime due squadre dei VVFF in piazza Gramsci e via Aldo Moro, le prime abitazioni a rischio. Alle ore 22.00 l’aria in quasi tutto il paese era irrespirabile, satura, il fumo intenso ovunque e il paese lambito dalle fiamme ormai su diversi fronti, piazza Gramsci, viale delle Rimembranze, Crabola, via Littorio e via Calameda, intervenivano altre due squadre di VVFF che già operavano a Santulussurgiu.
Le fiamme oramai raggiungevano la caserma dei carabinieri, le scuole, la palestra la stessa caserma dei VVFF. Continuavano le opere di evacuazione con la CRI e Protezione Civile di Bosa, il servizio118, e un pulmino messo a disposizione da privati, facendo la spola, usando come primo centro di raccolta l’ex Seminario Regionale, cercando di raggiungere soprattutto le persone con difficoltà di movimento, anziani e chiedendo a chi non lo avesse già fatto, di lasciare le abitazioni.
Intanto, si coordinavano le Amministrazioni di Cuglieri, Bosa e Sennariolo, la CRI del comitato di Bosa e il 118 con mezzi di base e medicalizzava, per l’individuazione di locali idonei ad accogliere le persone evacuate circa 70 persone, si trasportavano le persone a Sennariolo, e si predisponevano i locali a Bosa.
Il comune di Bosa, inoltre, metteva a disposizione uomini e un’autobotte di 6.000 litri di acqua. Nella caserma dei VVFF si riuniva la CO dell’emergenza che coordinava tutte le operazioni di soccorso: Sindaco, comandante dei VVFF, comandanti Forze dell’Ordine, Forestale, Barracelli”.
Il sindaco racconta ogni dettaglio: “Si trasferivano inoltre le altre persone che anche con mezzi propri si erano recate nei locali predisposti dal comune di Sennariolo che verso le 23.00 era raggiunto dalle fiamme, si evacuavano anche le persone di Sennariolo e il fuoco raggiungeva il comune di Trasnuraghes”.
“I danni sono immensi, il Montiferru, la flora e la fauna sono perduti, la valle degli olivi, l’olivastro millenario non esistono più – dice il sindaco -. Aziende intere distrutte, animali bruciati, molti hanno perso tutto. Non ci sono state vittime grazie alla macchina dei soccorsi e alle persone di Cuglieri, che unite hanno fatto fronte a questa catastrofe senza precedenti. L’emergenza non è finita, il fuoco non si è fermato e i luoghi vanno messi in sicurezza, bonificati. Le persone sono rientrate nelle proprie abitazioni, in alcuni quartieri non era presente l’acqua perché le condotte sono andate distrutte, Abbanoa ieri mattina ha provveduto al ripristino. L’acqua in queste ore è indispensabile, vi è un incessante via vai di autobotti provenienti perlopiù da volontari, che vengono messe a disposizione dei VVFF che coordinano le opere di spegnimento e bonifica, ne chiediamo quindi l’uso discreto e per quanto strettamente necessario, evitiamo lo spreco”.
“Si dichiarerà lo stato di calamità naturale, nei prossimi giorni, finita l’emergenza fuoco, si procederà alla ricognizione del territorio, alla quantificazione dei danni in primis delle aziende, alla ricerca dei bisogni prioritari, alla richiesta delle risorse economiche per far ripartire il prima possibile il nostro paese. Ci scusiamo se questa comunicazione può essere sembrata in ritardo, ma la priorità è stata coordinare ed agire nel più breve tempo possibile per quanto fosse possibile, cercheremo nei momenti di pausa di tenervi informati. Per chi avesse necessità può rivolgersi ai numeri messi a disposizione dall’Amministrazione Comunale 3287284176, dalla compagnia Barracellare 339 2894195, nei prossimi giorni se necessario aggiungeremo altri contatti. Dobbiamo rialzarci da questa tragedia e andare avanti, abbiamo perso tutto ma non la caparbietà e la forza di volontà per reagire e ritornare alla bellezza e alla serenità”, conclude il sindaco.