L’evento, intitolato “Alla riscoperta dei monumenti sotterranei” ha consentito ai più di accedere nei luoghi di straordinario interesse storico e culturali che sono rimasti troppo a lungo nell’oblio, al termine di Vico III° Merello.  

 Merito del team esplorativo Sardegna Sotterranea che, grazie ad una affiatata equipe di volontari, ha ripulito e aperto al pubblico per poche ma intense ore, seimila metri quadrati di terreno in Vico III° Merello e una immensa caverna  raccordata a un dedalo di gallerie e stanze.  

Camere pianellate, intonacate e tinteggiate perché usate dall’Aeronautica per curare i degenti, per operare chirurgicamente i feriti, sotto le bombe del 1943 e mentre là fuori, la città, era un inferno fumante di macerie.  

LE VISITE GUIDATE, scandite per gruppi di 30 persone ogni ora, si sono succedute in maniera ineccepibile, puntualissima. I partecipanti si sono presentati con una fonte di luce in pugno mentre i volontari hanno consegnato loro i caschetti protettivi.  

Poi giù, nel sottosuolo di viale Buoncammino, per osservare gli anditi dell’ex nosocomio segreto, le sue stanze per le degenze, le sale operatorie, quel che resta delle camere mortuarie, e delle vie di fuga sotto il carcere di Buoncammino.  

Un evento raro, dunque, ideato da Marcello Polastri, giornalista e guida turistica con la partecipazione dei City angel’s di Cagliari, il GCC, Italtours e la Regione Autonoma della Sardegna.  

L’iniziativa è stata un tripudio di partecipanti, come già accaduto nell’edizione dello scorso anno ape l’apertura dei sotterranei di Monte Urpinu, anche in  quel caso ai cittadini curiosissimi e desiderosi di conoscere i segreti di Cagliari. 

L’INTERVISTA. “Ha destato grande stupore l’esistenza di una cappella sacra che veniva usata durante la guerra per dare le estreme unzioni ma anche per battezzare i bambini, la nuova vita minacciata dalla guerra” racconta Marcello Polastri.  

Gli anditi dell’ospedale, in gran parte ripuliti dalle macerie e dai rifiuti accumulatisi in anni di abbandono, sono stati illuminati come con luci led e suggestive candele, per rendere più autentica l’atmosfera che si respirava un tempo tra le stanze per le degenze e le sale operatorie ospedaliere. 

“È il primo passo per più importanti iniziative di valorizzazione” assicura  Bruno  Casanova, tra le guide volontarie, mentre accompagna un gruppo di visitatori.  

Tra i ciceroni anche  Maura  Melis  e,  Dario   Casa, che hanno condotto i gruppi organizzati vigilati dagli Angeli di città, i City Angel’s, affinché nessuno corresse il rischio di perdersi nei vani sotterranei bui o non ancora bonificati. A tutti è stato consegnato un elmetto protettivo per muoversi con maggiore sicurezza negli ambienti più bassi del grande ipogeo.  

Nel rispetto dei partecipanti e per precauzione, è stata rinviata la sessione di visite pomeridiane,  prevista dalle 15 alle 17, dato il forte vento di maestrale che imperversava in città nel weekend, nel timore che potessero cadere frammenti di pietre dai costoni rocciosi. 

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