Si è conclusa domenica scorsa la terza edizione di “Una Miniera di Cultura”, l'evento Aes che si è tenuto a Carbonia. Una manifestazione che , ormai, è entrata di diritto nell'ampio panorama culturale sardo con i suoi eventi letterari che hanno riscosso un grande apprezzamento tra i presenti.

Uno di questi è stato l'incontro, inserito nella sezione “Adotta un libro”, nella locale biblioteca comunale di Bachisio Bandinu con diverse classi di liceali e di istituti tecnici. Ed è proprio a loro che è dedicata la sua pubblicazione, edita dalla casa editrice Domus de Janas, “Lettera a un giovane sardo sempre connesso”.

L'occasione è servita al famoso antropologo originario di Bitti per lanciare un messaggio ai giovani:«Ci sono ragazzi che si escludono completamente dalla comunità, che comunicano solo dal cellulare o dal telefonino. Qualcuno ha migliaia di amicizie ma non ha chiaro il concetto di amicizia. C’è urgenza di introdurre un’educazione digitale, perché la rete non è solo uno strumento, ma una realtà vissuta che nasconde insidie da cui sapersi difendere».

«Internet è certamente una ricchezza con tanti aspetti positivi, ma nasconde tanti inganni – ha aggiunto Bandinu -. Soprattutto gli adolescenti, il cui 'Io' identitario non è ancora formato, sentono una pulsione, una forte necessità di essere presenti in rete, rendendo pubblici aspetti della vita privata, quasi che, se non si è in rete non si esiste. Ecco il perché del trionfo dell’apparire sull’essere».

La giornata di chiusura è stata caratterizzata dal convegno “Carbonia 80 anni dopo”, al quale hanno preso parte la sindaca Paola Massidda e la prima cittadina di Arborea, Manuela Pintus. Due centri accomunati dalla storia, dall’integrazione e da un’architettura caratterizzata da spazi che, Pasolini, non esitava a definire “metafisici”.