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Una panchina rossa, sistemata all’ingresso del Comune, sulla spalliera la scritta bianca, in stampatello: “Diciamo No alla violenza sulle donne, chiama il 1522”. In tempi di emergenza e rischio contagio non ci sono flash mob, convegni o cortei rumorosi, c’è solo questa panchina, adagiata ai piedi della bandiera dei Quattro mori, del Tricolore e delle dodici stelle dell’Unione europea, in sottofondo “Le grida silenziose di tante, troppe donne, che non sempre hanno la forza e il tempo di lottare”, osserva il sindaco Gigi Concu.
Il primo cittadino è sul campo, insieme alla Giunta e a donne e uomini di maggioranza e opposizione, “perché oggi il colore politico non conta, contano i numeri drammatici che le cronache ci consegnano ogni giorno e davanti ai quali non possiamo restare indifferenti, sottolinea. Numeri cresciuti durante il lockdown, che ha rinchiuso tante madri, mogli, figlie, compagne, fidanzate, conoscenti, tra le mura di casa, insieme ai loro aguzzini”.
L’Amministrazione di Selargius è compatta: “Ci sarebbe piaciuto tantissimo organizzare una manifestazione dedicata per un tema così importante, ma per cause di forza maggiore legate al covid, abbiamo comunque voluto dare un segno della presenza e vicinanza a tutte le donne che ancora oggi sono purtroppo vittime di violenza e trasmettere il messaggio che nessuna è sola”, spiega Marianna Mameli, consigliera di maggioranza e presidente della commissione Politiche sociali.
“La panchina rossa che riporta la frase “diciamo no alla violenza sulle donne, chiama il 1522”, posta all’ingresso del Comune è il simbolo del nostro impegno contro la violenza di genere”, ribadisce. “Alle donne diciamo di non avere paura, siamo con loro”.
E allora acquista forse ancora più valore il fatto che la panchina rossa sia stata realizzata da un uomo, un selargino, che autonomamente ha deciso di fare la sua parte realizzando la seduta di legno. Racconta l’altra parte dell’universo: dove l’essere uomo va di pari passo col rispetto nei confronti delle donne. Di tutte le donne.