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“La Sardegna è l’unica regione italiana senza una legge regionale di protezione della propria flora, nonostante 2700 specie vegetali autoctone e oltre 2000 varietà di interesse agronomico, che fanno dell’Isola la seconda regione italiana (dopo la Sicilia) per numero di specie”.
A dirlo è Gianluigi Bacchetta (Direttore dell’Orto Botanico dell’Università di Cagliari), nel corso della tavola rotonda che ha aperto il Festival delle Erbe spontanee, in corso a Ussaramanna.
“La collaborazione con l’Università di Cagliari – ha sottolineato il sindaco Marco Sideri – è assolutamente strategica, farà fare un salto di qualità all’iniziativa e ci consentirà di proseguire nella direzione intrapresa”.
Il docente di Botanica dell’Ateneo del capoluogo sardo ha posto l’accento sul fatto che questo è un patrimonio che ha un rilievo enorme in ambito mondiale.
L’obiettivo degli Stati Generali della Biodiversità è quello di proporre ai nuovi amministratori regionali un percorso che possa condurre finalmente all’approvazione di una legge, necessaria anche perché la globalizzazione dei mercati rischia di far scomparire molte specie vegetali locali, a favore di quelle più commercializzate, e soltanto pochissime specie presenti in Sardegna sono attualmente utilizzate a scopi nutrizionali, farmaceutici e nutraceutici proprio perché poco conosciute o poco sfruttate.
“Non dobbiamo mettere in cassaforte questa ricchezza – ha rimarcato Bacchetta – ma valorizzarla, ma come si fa se dopo 10 legislature regionali non è mai stata approvata una legge? La prima proposta risale a 46 anni fa, su un tema evidentemente bipartisan. Ma, ad oggi, dal 1973, non si è ancora riusciti ad avere una legge”.
Al tavolo partecipano anche Gianluca Orrù (Assessorato Difesa Ambiente della Regione Autonoma della Sardegna), Alberto Masci dell’Agenzia Forestas, Donatella Cogoni, Silvia Pinna e Giuseppe Fenu dell’Università di Cagliari.