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Costituire un nuovo movimento, un manifesto capace di rappresentare in modo significativo le più fresche generazioni di autori per dare a un circuito virtuoso dal quale trarrebbe giovamento tutta la Sardegna artistica.
È questo l’appello lanciato nel weekend al MEA nel corso dell’inaugurazione della collettiva “Dimore”, che accoglie le opere di nove artisti sardi emergenti, tutti emigrati a Milano per inseguire i propri sogni. Sono Silvia Argiolas, Irene Balia, Nicola Caredda, Roberto Fanari, Silvia Idili, Claudia Matta, Silvia Mei, Paolo Pibi e Giuliano Sale.
«Questo gruppo di ragazzi è esempio di come la storia dell’arte in Sardegna non sia stagnante ma goda di grande vitalità e di nuova forza espressiva – ha spiegato Antonello Carboni, curatore dell’esposizione assieme a Silvia Oppo -. Sarebbe bello vederli riuniti in un movimento come è avvenuto in passato per il Gruppo Transazionale rappresentato da personaggi come Casula, Leinardi, Ugo e Utzeri, o per il Gruppo di Iniziativa che faceva riferimento a Pantoli e Staccioli. Ne godrebbe non solo ognuno di loro individualmente, ma tutto l’universo dell’arte isolana, oggi più che mai lanciata oltre i confini del mare».
Nel corso della serata è stato presentato anche il libretto “Dimore”, che contiene le biografie di tutti i protagonisti. La mostra sarà fruibile al pubblico fino al 10 marzo a ingresso libero, dal venerdì al sabato, con orari di apertura che vanno dalle 16 alle 19.
«Con l’inaugurazione di questa collettiva – ha commentato il sindaco di Asuni, Gionata Petza – vogliamo dare prova del fatto che l’emigrazione può avere anche lati positivi, di crescita e di confronto, offrendo la possibilità di coronare i sogni e le ambizioni, come testimoniano i protagonisti della mostra».
La domanda è: quale valore aggiunto può offrire una città come Milano a un artista sardo emergente? La risposta arriva da Silvia Mei, 35enne cagliaritana laureata all’Accademia di Belle Arti di Sassari e specializzata all’Accademia di Brera, che al MEA ha rappresentato tutti i colleghi della collettiva: «Nel capoluogo lombardo il mondo dell’arte contemporanea è più vivace rispetto ad altre regioni. È un po’ una capitale artistica – ha spiegato Silvia – si vive una dimensione internazionale e si trovano tantissimi contatti con collezionisti, galleristi, curatori e rappresentanti di fondazioni. Emigrare a Milano per emergere è praticamente fondamentale. Ma sono felicissima di esporre ad Asuni, perché penso che la nostra terra debba essere la prima a sostenerci e a promuoverci».