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Danzatrici che tagliano le cipolle su un tavolo da cucina, artisti che piangono durante la performance, uomini che lavano i piedi alle donne, si svestono e si cambiano d’abito sul palcoscenico invece che in camerino.
Non è mancato nulla ieri sera (11 settembre) al Teatro Verdi di Sassari, cornice dello spettacolo “All’Arrabbiata”, portato in scena dalla compagnia israeliana “Liat Dror e Nir Ben Gal dance company” nell'ambito del festival “Corpi in movimento-Le piazze che danzano”.
Una perfomance, animata da muscihe arabe, iraniane ed egiziane che ha anche voluto lanciare un messaggio con l'intento di creare meraviglia e invitare il pubblico a cambiare la mentalità nei confronti dell'arte, della vita e delle persone ci stanno intorno.
«La danza ha un potere – ha spiegato Nir Ben Gal – e con questa energia vogliamo sfidare l’egemonia delle armi, la cultura dell’odio e delle divisioni». La compagnia di Lia e Nir (compagni nella professione e nella vita come marito e moglie), è una delle più celebri di Israele. Dopo aver girato il mondo in miriadi di tournée, i due hanno deciso di trasferirsi nel deserto del Negev, più precisamente a Mitzpe, una cittadina di cinquecento abitanti arroccata sulle montagne, dove hanno fondato la scuola “Adama Dance center”.
Dal 2016 i due coniugi si sono spostati nella Striscia palestinese di Gaza, a Sderot, nel Negev occidentale, a poche centinaia di metri dal confine. «Fare arte a Roma o a Parigi, dove la bellezza è di casa, è troppo scontato – ha rimarcato Nir – il potere della danza può essere utile soprattutto laddove il mondo sembra andare verso il baratro, portando bellezza laddove la guerra e l’odio sono la norma. La sua forza può spingere a cambiare mentalità. E anche quando piovono le bombe, noi continuiamo a danzare».
Il prossimo appuntamento del festival sarà il 22 settembre a Palazzo di Città con “Il corpo sussurrando” della compagnia “Balletto Teatro di Torino”.