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A pochi anni dall’Unità d’Italia, precisamente nella seconda metà dell’800, Pol Deauville partì da Parigi per visitare la Sardegna. Un viaggio che segnò il futuro dei suoi discendenti e la storia di una famiglia. Parliamo della famiglia Duville (cognome italianizzato nel tempo) divenuta la famiglia dello spettacolo viaggiante più antica della Sardegna.
A raccontarci come tutto è iniziato, e la storia del suo trisnonno, è una pro-pro-pronipote di Pol, esattamente Rosella Duville, 34enne DJ ed esercente dello spettacolo viaggiante che (come la maggior parte dei discendenti di Pol) ha seguito le orme della sua famiglia: “Sin da piccola, il mio sogno è sempre stato quello di avere una giostra tutta mia, proprio come i miei genitori”. Rossella, infatti, è proprietaria insieme alla sua famiglia, di quel che nel corso di cento anni è divenuto il Luna Park WonderLand. Ma come è iniziata la loro storia?
“Mio trisnonno, Pol Deauville, era un giostraio parigino. Non sappiamo perché abbia deciso di intraprendere questo viaggio, sappiamo solo che al suo ritorno in Francia prese la sua bellissima giostra e con quella decise di tornare in Sardegna dopo una breve sosta in Corsica.” La sua prima sosta nell’Isola fu la Festa di Santa Greca a Decimomannu “Quella fu la prima tappa. Arrivò con la giostra trainata da un asinello bianco [sorride] questo è un particolare che viene raccontato a tutti i bambini della famiglia sin dall’infanzia. Per noi è diventata quasi una fiaba ‘Il nonno che arriva con l’asino bianco’.”
E dei prezzi dei biglietti dell’epoca racconta “Non sappiamo quale fosse il prezzo preciso, sappiamo che aveva un costo inferiore a quello del pane. Era un gioco davvero alla portata di tutti”. Inoltre, Rossella ci descrive una giostra davvero innovativa per l’epoca “Aveva la musica grazie a un organo, era una rarità per la fine dell’800”
Dopo il primo esordio Pol continuò a viaggiare: “Negli anni successivi si spostò tra la Francia, la Corsica e la Sardegna. Si stabilì definitivamente nell’Isola solo agli inizi del ‘900 con sua moglie Adelasia Denocenti e i primi figli nati dalla loro unione.” La coppia ebbe in totale sei figli, tra questi Fioravanti Duville (il bisnonno di Rossella). Fioravanti incontrò e sposò Jolanda Rossi e anche loro crearono una famiglia numerosa con sei figli. Tra essi Giovanni Duville (conosciuto in Sardegna come Signor Bisi) “Mio nonno. Ora ha 90 anni ed è stato lui a raccontarmi moltissime cose della famiglia nell’arco della mia crescita. Ad esempio, lui è stato cresciuto da suo nonno Pol perché suo padre, Fioravanti, è morto giovane.”
Tra gli aneddoti di Nonno Giovanni anche quello legato allo scoppio della Seconda guerra mondiale: “Durante quel periodo, compreso tra il 1939 e il 1945, la famiglia non poté viaggiare a causa del coprifuoco. I figli erano tanti quanto le bocche da sfamare e allora la famiglia si reiventò proponendo alla comunità il cinematografo. Fu il mio trisnonno Pol ad avere l’idea grazie ai racconti dei suoi parenti a Parigi. - ma Rossella tiene a specificare una cosa - Le donne, nella nostra famiglia, sono state le vere forze trainanti. In cento anni hanno segnato la direzione e guidato la famiglia e gli affari, credo che questa sia la vera impronta sarda che abbiamo acquisito qui. La nostra è stata a tutti gli effetti una famiglia matriarcale e continua ad esserlo”.
Finita la guerra i Duville ripresero la loro attività di giostrai in giro per l’Isola. Nel maggio del 1959 morì Pol, ma i suoi figli e i nipoti decisero di continuare quel che lui aveva iniziato con loro e per loro. Non era tipica la scelta di rimanere nella stessa regione, non lo era per la famiglia Duville e nemmeno per le altre famiglie viaggianti sparse per il Paese. Ma questo avvenne.
La famiglia crebbe, qualcuno andò via dalla Sardegna, ma in Francia non tornò più nessuno sino a quest’anno. È stata proprio Rossella a farlo per vivere una breve esperienza nel Paese del suo trisnonno insieme al suo Music Express.
A lei abbiamo anche domandato cosa significhi vivere e crescere in una famiglia di giostrai. Rossella spiega: “Oltre al viaggiare, niente di diverso da una famiglia con una normale attività commerciale. Stavamo insieme ai nostri genitori e zii nel parco e aiutavamo, giocando, le nostre famiglie. Avendo accesso illimitato e gratuito ai giochi, ci si stanca presto delle corse nelle giostre: io a dieci o undici anni già non volevo più farle. Si inizia così a voler partecipare attivamente alla vita e al lavoro con compiti semplici come il raccogliere le palline o staccare i biglietti.” Una lunga gavetta per Rossella sino a quando è riuscita a realizzare il suo sogno con una giostra tutta sua.
Ma come sono cambiati i clienti nel corso di cento anni? Rossella non ha dubbi: “I clienti sono molto più esigenti e attenti nello spendere i soldi. Sicuramente si paga più consapevolmente e si valuta e si sceglie la giostra su cui salire rispetto ad altre. Inoltre, oggi è molto frequente incontrare clienti che sono stati ospiti nei grandi parchi divertimento, cosa molto più rara negli anni ’80 e ’90 dove anche una piccola giostra poteva essere una grande novità. Pensa che mio nonno Giovanni mi racconta ancora di come, per gli abitanti dei paesi, fosse una festa il loro arrivo; gli abitanti si premuravano di procurare acqua e cibo e di farli stare bene. I tempi sono molti diversi è quindi per noi fondamentale portare la qualità e il divertimento a casa dei nostri clienti per mantenere e tramandare la nostra lunga tradizione”