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Un amico a 4 zampe si sa, è sempre il migliore amico dell’uomo. In questo caso, un cane ha trasformato il dolore di una malattia di una ragazza di Portoscuso in gioia e serenità. La nostra Redazione pubblica integralmente l’intervista fatta a Daniela Floris. Leggetela, vi auguriamo possa essere l’auspicio per un inizio ricco di soddisfazioni per tutti voi per questo 2019 che prelude, speriamo, a 365 giorni di pace, lavoro e gioia. (A.C.)
Lei è Daniela Floris, scrive dalla Sardegna, da Portoscuso per l'esattezza, racconta a SardegnaLive la storia del suo cane e di come la bestiola le è stata vicina durante la sua malattia: “Sono affetta da una rara cardiopatia congenita (Sindrome di Bland White Garland) che 4 anni fa, quando ormai il mio cuore si stava fermando, mi ha portato per la seconda volta in sala operatoria al S. Orsola di Bologna.
Durante il periodo pre-operatorio Shonny, questo è il nome del mio cagnolino, mi ha dato la forza di non mollare e dopo l'intervento è sempre (e solo) stato lui a darmi la forza di rialzarmi da quel letto di ospedale. Il legame che ci unisce è amore puro, lui è la mia gioia, lui è la mia vita.
Shonny è un meticcio e per di più è anche displasico, per lui quindi nessuna razza e pedigree ma solo puro amore ed ogni tanto una pastiglietta per bloccargli i dolori alle anche.
Questa non è la classica storia di un cane di razza... questa è la bellissima favola di un semplice meticcio tricolore, tutto storto e pure displasico, uno di quei cagnetti che probabilmente nessuno avrebbe mai voluto ma che io me ne innamorai al primo incontro, quando ancora era una massa di pelo e non aveva neanche un mese di vita. Lui è Shonny e per me è molto di più che un cane.
Sono affetta da una rara cardiopatia congenita (Sindrome di Bland White Garland), negli ultimi anni a farmi compagnia oltre i medici, c’era sempre (e c’è ancora) questo piccolo esserino scodinzolante capace di curare in maniera eccellente ogni dolore dell’anima… certo, non è un medico ma sappiate che se ho deciso di non mollare è stato proprio grazie a lui. Anche solo il suo profumo, un suo abbaio mi fa stare bene.
Quando ormai il mio cuore si stava fermando, avevo 2 possibilità: decidere di morire lentamente oppure tentare di salvarmi con l’ennesimo intervento chirurgico… le possibilità di riuscita erano poche mentre i rischi erano tanti, da quella stanza operatoria sarei potuta venirne fuori paralizzata o con dei danni cerebrali, oppure, peggio ancora, coperta da un lenzuolo bianco".
La paura
"Ricordo che la paura più grande però non era tanto delle possibili conseguenze di questo intervento, piuttosto dal fatto che Shonny potesse continuare a vivere senza di me… così mi feci coraggio, anzi, me lo fece il mio cane, e decisi di affrontare questa ennesima sfida; se avevo anche solo una piccola possibilità di salvarmi, dovevo farlo perché a casa c’era qualcuno che mi aspettava dietro la porta… e quel qualcuno aveva 4 zampe. Arrivò finalmente il giorno dell’intervento e l’ultimo pensiero era proprio per il mio cane, quel che venne dopo è inutile raccontarvelo, sono ancora qua non so per quanto tempo ma sono vicino a lui anche in questo istante".
La mia vita
"Spesso penso che fosse destino incontrarci, Shonny si occupa del mio cuore malato ed io della sua displasia, i nostri silenzi fatti di sguardi e coccole producono un chiasso assordante comprensibile solo da noi due. Lui è la mia gioia, lui è la mia vita… qualunque sia il vostro cane, amatelo sempre perché sappiate che nei momenti più bui non vi abbandonerà mai”.