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Il presidente di Anci Sardegna, Emiliano Deiana, ha indirizzato una lettera alle autorità politiche regionali e ai parlamentari sardi per sottolineare "la situazione di estremo disagio che si respira nelle Comunità sarde e fra le categorie produttive per via dell’aumento dei costi dell’energia, dei carburanti e, in generale, delle materie prime".
"Pastori, trasformatori, agricoltori, commercianti, artigiani, autotrasportatori: non c’è categoria, oggi, che non soffra dentro una crisi che appare né passeggera né di breve durata e sulla quale tutta la politica sarda è chiamata a misurarsi con risposte, appunto, di sistema - scrive Deiana -. Servono ristori immediati per tutte le categorie produttive che hanno subito aumenti di costi esorbitanti (carburante, energia, trasporti, mangimi, materie prime etc) e serve, al contempo, una riforma di sistema che sostenga per davvero tutta l’economia sarda, programmi interventi seri sulla riconversione “green” della nostra isola con un nuovo e sostenibile piano energetico regionale che punti davvero sulle comunità energetiche come forma, innovativa, che abbia al centro le persone e le imprese e non solo i profitti delle grandi multinazionali".
"Nei prossimi anni - prosegue il numero uno di Anci nell'Isola - arriverà in Sardegna una massa considerevole di risorse pubbliche (PNRR, Programmazione 2021-2027, Just Transition Fund, Fondo Complementare, Contratto Istituzionale di Sviluppo etc) in gran parte orientate per investimenti non più rimandabili. Oltre a spendere in maniera oculata e programmata queste risorse occorrerebbe attivare con lo Stato italiano la previsione costituzionale contenuta all’articolo 13 dello Statuto affinché, in concorso con lo Stato, si pongano le basi per la rinascita sociale ed economica della Sardegna. Occorrerebbe, a parere di chi scrive, un vasto e articolato programma di contrasto allo spopolamento delle aree interne e montane che abbia al centro il mantenimento e rafforzamento dei servizi pubblici locali (sanità, istruzione, poste, banche etc) e una diffusa fiscalità di vantaggio - per titolistica chiameremo “zona franca rurale” - che renda vantaggioso, almeno per il prossimo quinquennio, vivere, produrre e localizzare le attività nelle aree più depresse della Sardegna".
"Invitiamo pertanto tutte le forze politiche e le istituzioni nel suo complesso ad una attenta valutazione di ciò che si sta muovendo nella Sardegna “profonda”, il grado di disagio e di malessere che vi è installato, la gravissima crisi che attanaglia cittadini e imprese. Occorre che la Giunta e il Consiglio Regionale con l’indispensabile supporto dei parlamentari eletti in Sardegna coinvolgano gli enti locali, le parti sociali, i sindacati, le imprese, le università, la cittadinanza attiva per affrontare una situazione socio-economica complicata e sulla cui risoluzione occorre il concorso di tutte le articolazioni della società sarda".
"Dai Comuni - conclude Deiana - arriva all’Anci Sardegna una “fotografia” della realtà sociale sempre più difficile e a tratti drammatica e su cui vi chiediamo, ancora una volta, di prestare l’attenzione necessaria".