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Sono state depositate le motivazioni della sentenza che ha portato alla condanna degli assassini di Manuel Careddu. Chi uccise il giovane di Macomer lo fece con "lucidità e determinazione criminali". Christian Fodde, ritenuto esecutore materiale del delitto, sarebbe stato "pienamente consapevole del disvalore della sua condotta".
Fodde, Riccardo Carta e Matteo Satta erano poco più che ventenni quando misero in atto il terribile piano che portò alla morte di Manuel. Il 12 luglio scorso sono stati condannati dal giudice Silvia Palmas rispettivamente all'ergastolo, trenta e 16 anni e otto mesi. I due minorenni coinvolti nel delitto sono stati condannati condannati invece a sedici anni dal Tribunale dei minori di Cagliari.
Le motivazioni sono raccolte in 97 pagine nelle quali il gup ha ricostruito tutte le fasi del delitto. Per quanto riguarda Fodde si legge: "Emerge lucidità e la sua capacità di comprendere il valore dei propri atti. Il piano è stato pensato in modo lucido e consapevole delle conseguenze". A testimoniarlo la decisione di lasciare i cellulari in custodia a Satta che, tenendosi lontano dal luogo del delitto, avrebbe creato un alibi per sé e per gli altri. Secondo il giudice Fodde non agì d'impeto. La sua decisione non è stata "il frutto di una mente malata, ma di una mente criminale che segue codici comportamentali che prevedono che l'offesa vada lavata col sangue".
Per giudice Palmas il killer, dopo aver colpito la vittima con una piccozza, legò inutilmente mani e piedi di Manuel mentre era ancora agonizzante colpendolo violentemente più volte sul viso con una pala. Il viso di Manuel era in quella fase rivolto verso i suoi assassini. "Nessun ripensamento, né pietà per il dolore provocato, ma anzi Fodde denota un disprezzo per la vittima", tanto che in una conversazione intercettata definisce Manuel "deficiente".
Carta, che conosceva appena Manuel Careddu, avrebbe agito senza alcun movente personale "mostrando pericolosità e indole criminale non comuni". Non sarebbero credibili inoltre le dichiarazioni secondo le quali Carta e Satta aderirono al piano non credendo che Manuel sarebbe stato assassinato, ma solo picchiato.