PHOTO
Fu il 21enne Alberto Cubeddu ad esplodere le tre fucilate che l'8 maggio 2013 uccisero in corso Repubblica, ad Orune, il 18enne Gianluca Monni che aspettava il pullman per andare a scuola.
Ne è convinto il sostituto procuratore della Repubblica di Nuoro, Emanuela Porcu, che lo ha messo per iscritto nell'avviso di conclusione delle indagini preliminari notificato allo stesso Cubeddu, detenuto nel carcere di Badu 'e Carros.
"Alberto Cubeddu accusato di omicidio in concorso con il cugino Paolo Pinna - scrive il magistrato subentrato da poco nell'inchiesta - cagionava la morte di Gianluca Monni esplodendo verso di lui, con un fucile rimasto sconosciuto ma certamente calibro 12, tre fucilate".
E ancora: "consumando l'azione omicidiaria mediante tre colpi di fucile sparati direttamente dal passeggero della Opel Corsa, Alberto Cubeddu, mentre il conducente dell'auto, Paolo Pinna, che aveva nel frattempo arrestato la marcia dell'auto alla vista di Monni, attendeva il complice con il motore acceso per poi ripartire di corsa verso Ozieri".
Una verità, quella venuta fuori dall'attento esame di tutte le testimonianze raccolte, che ribalta la posizione del Cubeddu.
Testimonianze che, poi, sarebbero state avvalorate anche da un'intercettazione telefonica trascritta nel corso delle recenti perizie e dalla quale emergerebbe in maniera chiara e netta il ruolo svolto dal passeggero della Opel Corsa in occasione del blitz ad Orune.
L'avviso di chiusura delle indagini è stato notificato anche ad Alberto Zappareddu (27enne di Ozieri) indagato per detenzione di armi, Alessandro Taras (40enne di Ozieri) indagato in concorso con Cubeddu per aver incendiato la Opel sottratta a Stefano Masala prima dell'omicidio di quest'ultimo, Francesco Pinna (58enne di Nule e zio di Paolo Pinna) indagato per le minacce rivolte al teste Taras, e Piergiorgio Massaiu (24enne di Buddusò), indagato per dichiarazioni mendaci dopo essere stato interrogato sulla lite scoppiata a Orune tra giovani nulesi e orunesi