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E' polemica a Santa Teresa Gallura dopo la demolizione del bastimento "Bernardino", imbarcazione costruita nel 1907, un pezzo di storia "lungonese". La famiglia Sposito, armatori e marinai, fu proprietaria della "Bernardino" solcandovi a bordo l'intero Mediterraneo. Lo smantellamento disposto dall'amministrazione comunale ha generato non poche polemiche in paese, costringendo la prima cittadina Nadia Matta a spiegare come si è arrivati a una decisione così drastica.
"Stazionava nella banchina del porto di Santa Teresa dal 2012 - spiega la sindaca -. Il proprietario è stato invitato più volte a rimuovere la barca perché costituiva un grave pericolo per i lavoratori del cantiere nautico della Silene e per i passanti; pericolosità dichiarata dall’ingegnere che l’ha esaminata. Essendo io, insieme all’Amministratore, responsabile della sicurezza del Cantiere, sotto consiglio dell’avvocato, si è dovuta prendere la triste e dibattuta decisione di procedere con la demolizione. Sono consapevole del valore storico che si perde ma, purtroppo, questa era l’unica strada percorribile in questo momento, l’imbarcazione costituiva elevatissima pericolosità ed era impossibile effettuarne il recupero e il restauro".
"Per chi oggi grida in modo strumentale allo scandalo per questa sofferta decisione - prosegue la Matta -, sarebbe dovuto intervenire con chi ha amministrato prima di me che, con grande incuria, ha lasciato che questo pezzo di storia teresina andasse perso. A chi impropriamente mi ha definita “un elefante che si muove in un negozio di cristalli”, vorrei ricordare che conosco bene la storia del Bernardino, quando esso infrangeva le onde del Mediterraneo io frequentavo le case dei suoi armatori, legata da importanti amicizie con alcuni dei loro figli, ho partecipato ai racconti delle avventure vissute in navigazione e ho condiviso i sentimenti di tristezza di mogli e figli per la lontananza dei mariti e dei padri. Questa è una delle motivazioni per le quali credo di essermi mossa con delicatezza, tutto è stato ponderato e valutato e vi assicuro che avrei voluto darle il posto decoroso che avrebbe meritato, ma sono arrivata troppo tardi".
"Il silenzio e un mea culpa da parte di tutti sarebbe stato più dignitoso - conclude la sindaca -, siamo tutti colpevoli di non aver saputo preservare e conservare questo pezzo di storia locale. Ci sono dei momenti in cui non ci si può esimere dall’assumersi delle responsabilità, certo, sarebbe stato molto più semplice adottare lo stesso atteggiamento di chi mi ha preceduta".