Un’operazione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna ha portato, a Teulada, alla scoperta di una vera e propria attività illecita di 'bracconaggio aziendale' e al sequestro, a Capoterra, di oltre 3mila strumenti di cattura, oltre alla denuncia di due persone.

Nello specifico, un ampio territorio boscato di 210 ettari totalmente recintato in agro di Teulada (località Bega Su Loi) costituiva, probabilmente, una riserva di caccia abusiva per la cattura sistematica dei cinghiali. Nell'area, dopo un’attenta attività di indagine, il personale della stazione forestale di Teulada ha trovato e sequestrato sette gabbie metalliche strategicamente piazzate sulla via di uscita di stretti corridoi tra la vegetazione, nei quali gli animali selvatici erano attirati tramite la pratica illegale del foraggiamento con grano o mais. Sequestrati, inoltre, 90 strumenti di cattura tra lacci, tagliole e paratie di metallo chiodate. Il proprietario del fondo, un incensurato 79enne di Santadi, è stato indagato ma si sta valutando anche la posizione di altri soggetti.

Nel secondo caso, sono stati gli abitanti della zona residenziale di Poggio dei Pini, dopo che i loro cani sono rimasti vittime di alcune trappole per la fauna selvatica, a chiamare il Servizio Ispettorato di Cagliari.

Sul luogo gli agenti del Corpo forestale hanno sorpreso in flagranza di reato un 59enne di Capoterra, già pregiudicato per reati venatori, mentre posizionava i cavetti per la cattura di cinghiali e cervi e i lacci per uccellagione.

Scattato subito il sequestro di 60 cavetti per ungulati, 3mila lacci, dieci reti per uccellagione e di un pettirosso appena catturato.

L’uomo è stato denunciato all’autorità giudiziaria per maltrattamento di animali, esercizio dell’uccellagione, impiego e detenzione di strumenti illegali di cattura oltre che per l’uccisione del volatile.