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Una ragazzina di 12 anni che frequenta una scuola media di Nuoro, è stata perseguitata per nove mesi da centinaia di studenti dai 12 ai 15 anni, provenienti dalle quattro scuole medie della città, con insulti e maldicenze di ogni genere: "porti jella", le dicevano.
Dopo mesi di silenzi e lacrime, la dodicenne si è aperta con i genitori, che hanno reagito consegnando la lista dei bulli con nomi e cognomi sia alla Questura di Nuoro che ai dirigenti degli istituti cittadini frequentati dai ragazzi.
La notizia, anticipata oggi dal quotidiano 'La Nuova Sardegna' che in anonimato ha intervistato i genitori della ragazzina, è stata confermata dal questore aggiunto del capoluogo barbaricino, Fabrizio Mustaro, coordinatore dell'Osservatorio territoriale anti-bullismo.
"Fatti come questo - spiega - dimostrano come sia necessaria una concreta attività di prevenzione e come siano indispensabili progetti anti-bullismo nelle scuole. L'attività di prevenzione passa anche attraverso un maggiore impegno degli adulti e dei genitori in particolare, che hanno il dovere di controllare i propri figli e non di difenderli a ogni costo. Il loro compito - sottolinea Mustaro - deve essere quello di curare l'intelligenza emotiva e l'empatia dei propri figli, perché solo così li si può rendere responsabili delle proprie azioni e consapevoli della sofferenza delle vittime di prepotenze".
La Polizia di Stato ha messo a disposizione un numero gratuito, il 43002, al quale vittime e testimoni di prepotenze possono inviare un sms per chiedere aiuto. Il caso della 12enne è iniziato a metà dello scorso anno scolastico, innescato da alcune compagne di scuola della prima media - forse ingelosite per la bellezza della ragazza che ha un fisico da modella - che la definivano "una poco di buono". Nei mesi successivi si è scatenato il tam-tam impietoso contro la ragazzina, indicata come una persona che "porta jella".
Lei incassava ogni giorno ingiurie e gesti scaramantici: in tanti quando passava si toccavano i genitali. Quindi il crollo e la confessione ai genitori con quest'ultimi che hanno deciso di reagire consegnando in Questura la lista con nomi e cognomi dei bulli.