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Ha aspettato che Desulo celebrasse ancora un'edizione de La Montagna Produce, manifestazione di cui lui stesso era stato per anni protagonista. Non voleva rovinare la festa: un ultimo gesto di cortesia per la sua comunità. Infine, nella serata del 1° novembre, Salvatore Peddio "Bengasi" ha spento la sua musica per sempre.
Aveva compiuto 83 anni da qualche settimana, dopo una vita dedicata al lavoro, alla famiglia e alle sue grandi passioni. Collaboratore scolastico di professione, lavorava il velluto nella sua bottega di Asuai. Ma l'esistenza di Bengasi è stata scandita dalla musica dell'organetto, sul solco di una storia fatta di memorie e tradizioni da preservare e tramandare.
Era stato abile in entrambe le missioni. Accompagnando per anni le formazioni di ballo desulesi, allietando le feste religiose e le manifestazioni popolari e portando le note e le danze del paese in giro per le piazze dell'Isola. Trasmettendo ai più giovani la passione per i suoni del Gennargentu, insegnando ai figli e ai nipoti a maneggiare quell'affascinante strumento: il nipote Paride è oggi uno degli organettisti più apprezzati della Sardegna.
Salvatore Peddio, alcuni anni fa, regalò a Sardegna Live le sue memorie in merito alla nascita de La Montagna Produce. "La manifestazione è nata come Sagra del Prosciutto e della Montagna - ricordava - era il 1991, l'anno in cui è nato mio nipote Paride. L'intenzione del sindaco di allora Barore Liori e dell'assessore alla Cultura Stefano Carta era quella di fare tornare a Desulo, in occasione della ricorrenza di tutti i Santi, i paesani che per motivi di lavoro si trovavano fuori. Già dalla prima edizione l'evento aveva riscosso un grande successo".
"Nel corso degli anni - ricordava ancora Bengasi - sono state aperte is ommigeddas, le vecchie case che accoglievano anche i venditori provenienti da ogni parte della Sardegna. Anche io per anni ho allestito il mio spazio come maistu 'e pannu alternando al cucito muttetti e balli accompagnati dal suono del mio organetto".
Salvatore Peddio conservava quasi commosso il ricordo dell'anno in cui un manto bianco di neve aveva coperto le strade, i tetti e le cime intorno a Desulo. "Era una giornata freddissima. Le caldarroste, la musica e i costumi catturavano lo stupore di tutti e per incanto iniziò a nevicare. Sembrava di vivere in una favola".
Una delle soddisfazioni più grandi, per nonno Bengasi, è stata vedere il nipote Paride crescere musicalmente fino a proporre la prima Rassegna dell'organetto per l'Autunno in Barbagia a Desulo "in occasione della quale - osservava l'uomo - è stato organizzato anche su “ballu tunnu più alto della Sardegna”: vedere la gente ballare è un'emozione unica".
Con questi versi Bengasi vinse il Premio Montanaru per la sezione "Poeti desulesi".
Su sentimentu mi fae pensare
Is cosas bellas de sa piccinnia
Canno cuntentu a giru essia
Cun is cumpagnos mios a festare
A is picciocas muttos a cantare
In Asuai cantu in Issiria
In Olaccio puru is bagadias
Nos ibettanta po dos serenare
Dammi su coro Teresa
Ca ti ddu torro a megnanu
Ci no ti ddu torro sanu
narami cant'est s'ispesa
Bellos commente a noso
No ne ddu'ada in neddue
Ca sa prus bella ses tue
Cando tue benis cun noso
Organittu no s'intenne sonanno
Che un'atera orta in bidda nosta
Sognanno funti un'atera avventura
Si pinniganta a Praccia 'e sa Posta
Funti fulanos inie imbettanno
Po si fae unu giru in vettura
Organittu no s'intenne sonanno
Che un'atera orta in bidda nostra.
In questo video, pubblicato da Sardegna Live nel 2015, Salvatore Peddio suona la musica di una vita fra la sua gente.