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"La situazione è stata paradossale e sconcertante, ma è stata gestita al meglio dal personale di polizia penitenziaria". Il delegato nazionale Sappe per la Sardegna, Antonio Cannas, commenta così il tentato suicidio di un detenuto straniero nel carcere di Alghero sventato ieri. Intorno alle 11 di venerdì l'uomo, un tunisino (e non un marocchino come appreso in precedenza), è salito sul tetto di un edificio che sorge all'interno della struttura inscenando una protesta e minacciando di gettarsi nel vuoto. Immediato l'intervento del personale di polizia penitenziaria, che si è subito attivato per affrontare la difficile situazione.
Sul posto sono intervenuti anche il dirigente penitenziario attualmente sostituto del provveditore regionale e i vigili del fuoco di Sassari e Alghero, che hanno posizionato un'autoscala e un materasso gonfiabile. "Solo dopo sette ore - spiega ancora Cannas - l'uomo si è convinto ed è spontaneamente sceso dal tetto. Va apprezzato il grande lavoro di dissuasione fatto dagli uomini della polizia penitenziaria, che hanno fatto un grande lavoro di sensibilizzazione". "La situazione delle carceri sarde sta tornando a livelli allarmanti - commenta il segretario regionale del sindacato, Luca Fais - senza per altro vedere gli auspicati e richiesti provvedimenti correttivi, anche in relazione al fatto che mancano i direttori, i comandanti di reparto ed i sottufficiali pressoché in quasi tutte le sedi".
Il segretario generale del Sappe, Donato Capece, esprime vicinanza e solidarietà ai colleghi di Alghero e torna a denunciare: "Scenderemo in piazza a Roma, a settembre, per sottolineare quanto e come sia importante e urgente prevedere un nuovo modello custodiale. Il personale di polizia penitenziaria è stremato dai logoranti ritmi di lavoro a causa delle violente e continue aggressioni. Ed è grave che, pur essendo a conoscenza delle problematiche connesse alla folta presenza di detenuti psichiatrici, le autorità competenti non sia ancora state in grado di trovare una soluzione".